14 aprile 2013 ore 01.43
COLUI CHE SERVE - Scheda per un incontro con i Giovani di AC
14 aprile 2013
ore 01.43
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Il presente incontro è contenutisticamente tratto dalla guida di arco per il cammino dei Giovani di Ac del 2012-13
 

Gruppo Giovani di Azione Cattolica – parrocchia di Stella di Monsampolo

Per iniziare, ascoltando la Parola

Dal vangelo di Luca 22, 24-26
“E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così…”

- Come va a finire il brano? Fossi stato in Gesù come avresti proseguito?

Per riflettere, ascoltandomi
Realizza un word cloud (nuvola di parole) a partire dalla parola “politica”. Utilizza due colori diversi per segnalare ciò che ti viene in mente: uno per concetti, emozioni, parole “positive”, l’altro per le negative.

- Quali parole hai scelto? Perché? Prevalgono le positive o le negative? Cosa c’entra l’impegno politico con il tuo essere cristiano? Impegno politico e vita spirituale: qualcuno pensa che uno di questi elementi o addirittura entrambe debba rimanere in una dimensione “personale”… tu cosa ne pensi?

Per approfondire
Infine, Dio ci vuole responsabili della città degli uomini, cioè del contesto umano e organizzato di cui siamo parte, che ci è dato come dono e come compito. Essere cittadini significa conoscere e comprendere il nostro tempo, nella sua complessità, cogliendo significati e rischi insiti nelle trasformazioni sociali, economiche e politiche in atto, assumendo l’atteggiamento di chi queste trasformazioni non si limita a rifiutarle o a celebrarle in maniera acritica, ma le affronta come frutto del proprio tempo, ponendosi in esse e lavorando per indirizzarne gli sviluppi; coniugando la capacità di pensiero critico nel giudicare con l’integrità etica nell’agire, ma accettando anche con serenità il rischio delle scelte storicamente situate, nella consapevolezza della parzialità del bene che l’uomo è capace di realizzare. Essere cittadini significa riscoprire il valore della partecipazione – che contrasta ogni tentazione di delega – come modo normale di essere cittadini e non ospiti occasionali delle nostre città. Una partecipazione che conosce il valore dell’organizzarsi politico, vivendo e valorizzando, in primo luogo, le istituzioni; che sa che come ogni altra realtà umana anche la politica ha strumenti, tempi e luoghi propri. Bisogna quindi saper riconoscere e saper vivere fruttuosamente, con fiducia, sia i tempi lunghi delle prospettive di promozione umana sia la realtà quotidiana dello sforzo incessante per la giustizia, per la pace, per la difesa dei più deboli. Si tratta di conoscere e accettare la fatica dell’essere cittadini, disponendosi al dialogo con coloro che si incontrano nelle piazze della città. […] Le scelte di servizio – ecclesiale, sociale o politico – maturano come vere espressioni vocazionali e la comunità diviene il luogo delle relazioni che costruiscono gli stili di vita personali e da cui far partire progetti collettivi. […]Oggi appare sempre più importante che giovani e adulti, come frutto del loro cammino associativo, compiano scelte di servizio anche in ambito sociale, civile, politico. Quanti lo fanno, spesso con propria personale responsabilità – come è nel caso della politica – devono sentire che l’associazione non li lascia soli: continua ad accompagnarli per il loro cammino formativo e ad offrire la vita associativa come luogo di discernimento e di confronto sulle scelte compiute.
(Perché sia formato Cristo in voi. Progetto formativo dell’Azione Cattolica italiana, passim)

Visione del video

Il potere politico […] deve avere per scopo la realizzazione del bene comune. Esso agisce, nel rispetto delle legittime libertà degli individui, delle famiglie e dei gruppi sussidiari, al fine di creare, efficacemente e a vantaggio di tutti, le condizioni richieste per raggiungere il vero e completo bene dell'uomo, ivi compreso il suo fine spirituale. Esso si muove nei limiti della sua competenza, che possono essere diversi secondo i paesi e i popoli; e interviene sempre nella sollecitudine della giustizia e della dedizione al bene comune, di cui ha la responsabilità ultima. Tuttavia non elimina così il campo d'azione e le responsabilità degli individui e dei corpi intermedi, onde questi concorrono alla realizzazione del bene comune. In effetti, «l'oggetto di ogni intervento in materia è di porgere aiuto ai membri del corpo sociale, non già di distruggerli o di assorbirli». Conforme alla propria vocazione, il potere politico deve sapersi disimpegnare dagli interessi particolari per considerare attentamente la propria responsabilità nei riguardi del bene di tutti, superando anche i limiti nazionali. Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli - locale, regionale, nazionale e mondiale - significa affermare il dovere dell'uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell'umanità. La politica è una maniera esigente - ma non è la sola - di vivere l'impegno cristiano al servizio degli altri. Senza certamente risolvere ogni problema, essa si sforza di dare soluzioni ai rapporti fra gli uomini. La sua sfera è larga e conglobante, ma non esclusiva. Un atteggiamento invadente, tendente a farne un assoluto, costituirebbe un grave pericolo. Pur riconoscendo l'autonomia della realtà politica, i cristiani, sollecitati a entrare in questo campo di azione, si sforzeranno di raggiungere una coerenza tra le loro opzioni e l'evangelo e di dare, pur in mezzo a un legittimo pluralismo, una testimonianza personale e collettiva della serietà della loro fede mediante un servizio efficiente e disinteressato agli uomini.
(Paolo VI, Octogesima adveniens, 46).