03 agosto 2025 ore 17.02
Vita parrocchiale
Giubileo. «Voi il segno che un mondo diverso è possibile»: il Papa incoraggia i giovani - 6°e 7° G.
Don Bernardo Domizi
03 agosto 2025
ore 17.02

Giubileo. «Voi il segno che un mondo diverso è possibile»: il Papa incoraggia i giovani

Foto della Sesta e Settima giornata - 
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Da Avvenire 03/08/2025

Matteo Liut, Roma domenica 3 agosto 2025
Più di un milione di giovani a Tor Vergata ha partecipato alla Messa di chiusura del Giubileo dei giovani. La preghiera per le due pellegrine morte. Poi l'appello per i giovani di Gaza e Ucraina
Un momento della Messa a Tor Vergata per la chiusura del loro Giubileo presieduta da Leone XIV con un milione di giovani - 

Di fronte alla sete di Dio «non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci», perché da essa nascono le domande fondamentali della vita: «cos'è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità?». Punta in alto, alle «cose di lassù», l’orizzonte indicato da papa Leone XIV ai giovani radunati sulla grande spianata di Tor Vergata: sono più di un milione, secondo le stime delle autorità, e ascoltano le parole del Pontefice al termine di una notte passata in sacco a pelo.

Dopo la veglia di ieri sera, il tempo notturno è trascorso tranquillo, anche se uno scroscio di pioggia attorno alle 2 ha provocato qualche piccolo disagio. Tutto dimenticato, però, al sorgere delle prime luci dell’alba di questa giornata che segna la chiusura del Giubileo dei giovani a Roma con la Messa presieduta dal Pontefic

L'emozione dell'evento è racchiusa nelle parole che Prevost ha rivolto ai presenti al termine dell'Eucaristia, prima della preghiera dell'Angelus: «Voi siete il segno che un mondo diverso è possibile», ha detto il Pontefice, prima di rivolgere un pensiero a tutti i giovani che nel mondo soffrono a causa delle guerre, in particolare quelli di Gaza e dell'Ucraina.

Il Papa è arrivato poco prima delle 8 con l’elicottero, che fa un primo atterraggio ma riparte subito per un sorvolo dell’intera area, che offre uno spettacolo impressionante fatto di volti e colori. Dietro ognuno di quei puntini che fanno di Tor Vergata un brulicante mosaico della speranza, c’è una storia, ci sono attese, paure, forse anche ferite e sofferenze. Ma c’è soprattutto la voglia di condividere: spartire con gli altri non solo un prato, una festa, una celebrazione liturgica, ma unire i sogni, i sentimenti, i cammini alla ricerca del senso.

Dopo il giro della spianata in papamobile, papa Prevost ha raggiunto il palco, da dove ha rivolto a braccio un saluto ai giovani

Nell’omelia della Messa, poi, Leone XIV si sofferma sull’episodio dei discepoli di Emmaus, che racconta della delusione dei due uomini il cui cammino è reso triste dalla delusione per la morte del “Maestro”, di Gesù. Tristezza che diventa stupore e gioia quando il Risorto si fa loro accanto e condivide un pezzo del viaggio, senza rivelarsi, anche se i discepoli lo riconoscono dal gesto di spezzare il pane.

L'incontro con il Risorto, ha commentato Prevost, «cambia la nostra esistenza, illumina i nostri affetti, desideri, pensieri».
E poi, citando la prima Lettura, tratta dal Libro del Qoelet, il Papa ha invitato a riflettere sull’esperienza del limite «della finitezza delle cose che passano». La fragilità, ha aggiunto il Pontefice rivolgendosi ai ragazzi, «è parte della meraviglia che siamo». Facendo propria l’immagine biblica dell’erba e dei fiori, simbolo di una vita delicata che si rinnova continuamente, il Pontefice ha ricordato che «siamo fatti per questo. Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un'esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell'amore. E così aspiriamo continuamente a un "di più" che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere”. Una sete che non può essere messa a tacere da surrogati. Una sete che può diventare uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell'incontro con Dio».

Proseguendo, papa Leone XIV ha citato alcuni passaggi dai testi di sant’Agostino, dedicati in particolare alla «sua intensa ricerca di Dio». Una sfida, ha ricordato il Papa, messa a tema anche da papa Francesco alla Gmg di Lisbona, quando affermò che «ognuno è chiamato a confrontarsi con grandi domande che non hanno una risposta semplicistica o immediata, ma invitano a compiere un viaggio, a superare sé stessi, ad andare oltre

Nei giorni scorsi, ha poi proseguito il Pontefice, i giovani pellegrini hanno vissuto esperienze molto significative, dalle quali hanno capito che «la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle «cose di lassù», per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità», di perdono, di pace, come quelli di Cristo». Ecco, ha sottolineato il Papa, l’orizzonte che fa comprendere il vero senso della speranza: «La nostra speranza è Gesù», ha chiosato.

«Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno», ha concluso Leone XIV.

All'Angelus l'appello per la pace

Dopo la Messa, prima della recita dell'Angelus, non è mancato un nuovo ricordo delle due pellegrine morte, Maria e Pascale, e poi l'invito alla Gmg di Seul in Corea del Sud: si terrà dal 3 all'8 agosto 2027.

A, poi, ancora una volta, un forte accorato appello al dialogo per fermare le guerre: «In comunione con Cristo, nostra pace e speranza per il mondo, siamo più vicini che mai ai giovani che soffrono i mali più gravi, causati da altri esseri umani. Siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani dell'Ucraina, con quelli di ogni terra insanguinata dalla guerra - ha sottolineato il Papa -. Miei giovani fratelli e sorelle, voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo».

«Sì, con Cristo è possibile! Con il suo amore, con il suo perdono, con la forza del suo Spirito - ha proseguito Leone XIV -. Cari amici, uniti a Gesù come i tralci alla vite, porterete molto frutto; sarete il sale della terra, la luce del mondo; sarete semi di speranza ovunque viviate: in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nello sport. Semi di speranza con Cristo, nostra speranza».

Gettando lo sguardo al futuro, infine, Prevost ha invitati tutti in Corea nel 2027: «Dopo questo Giubileo, il “pellegrinaggio di speranza” dei giovani continua e ci porterà in Asia! Rinnovo l’invito che Papa Francesco ha rivolto a Lisbona due anni fa: i giovani di tutto il mondo si ritroveranno insieme al Successore di Pietro per celebrare la Giornata mondiale della gioventù a Seul, in Corea, dal 3 all’8 agosto 2027 - ha detto il Pontefice -. Questa Giornata avrà per tema "Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33). Proprio la speranza che abita nei nostri cuori ci dà la forza di annunciare la vittoria di Cristo Risorto sul male e sulla morte; e di questo voi, giovani pellegrini di speranza, sarete testimoni sino ai confini della terra. Vi do allora appuntamento a Seoul: continuiamo a sognare insieme, a sperare insieme!

A sorpresa, prima di scendere dal palco, il Pontefice si è fermato di nuovo al microfono e ha rivolto un ultimo commosso saluto ai giovani: «Grazie di nuovo a tutti voi! Grazie per la musica, grazie a tutti coloro che hanno lavorato per preparare tante cose durante questa settimana, questo Giubileo. Abbiamo detto già che il prossimo appuntamento sarà in Corea. Un applauso ai tanti coreani presenti! Chiedo a voi di portare un saluto anche ai tanti giovani che non sono potuti venire e stare qui con noi, in tanti Paesi da dove era impossibile uscire. Ci sono posti da dove i giovani non hanno potuto venire, per le ragioni che conosciamo - ha rimarcato Leone XIV -. Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo. Voi siete sale della terra, luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza».