26 agosto 2007 ore 18.03
Il tuo volto, Signore - Liturgia penitenziale per Giovanissimi di AC - FULL! Campo 2007
26 agosto 2007
ore 18.03

AZIONE CATTOLICA ITALIANA - diocesi di Ascoli Piceno
FULL ! (mi gioco tutto...) Camposcuola Giovanissimi Cagnano 2007

IL TUO VOLTO, SIGNORE
Liturgia penitenziale

C.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
T. Amen
C. Il Dio che ci ha chiamati alla vita e ci ha posti in questa storia sia con tutti voi.
T. E con il tuo spirito

G. Cari Giovanissimi, il Signore stesso cammina davanti a noi, egli è con noi, non ci lascerà; non temiamo e non perdiamoci d’animo. Chiediamogli che ci aiuti a credere che lui è sempre con noi e che ci chiama alla sua misericordia, quella che sa entrare nelle pieghe della storia per portare la sua vita e la sua gioia.

Preghiera
T.
Dio grande e misericordioso, negli imperscrutabili tuoi disegni
hai stabilito di assumere il nostro volto.
E il volto dell’uomo è diventato volto di Dio.
A noi che cerchiamo il volto di Dio
Tu ci mostri il nostro volto,
di nuovo fatto a tua immagine.
Allora potremmo riflettere sui nostri volti la tua divina immagine,
tu che sei Dio e vivi e regni con il Padre e lo Spirito
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

LODA IL SIGNORE – primo momento

Lettore:
E’ sempre stato così: incontri qualcuno che non conosci e quel qualcuno, a differenza dei tuoi amici, ti conosce per ciò che sei. Per ciò che sei in quel momento. Questa persona non è condizionata da chi eri o da che cosa avevi fatto in passato. Non ha mai visto la tua faccia prima. I tuoi amici sì.
E, onestamente, non tutti gli anni della tua vita sei stato fighissimo.
Con lei sono ripartito. E’ bello riprovare a essere sinceri: per questo motivo succedeva che, incontrando qualcuno, mi aprivo subito. Lei mi piaceva molto, ma soprattutto con lei "mi" piacevo molto. Uscendoci, conoscevo due persone nuove. Adesso avevo anche imparato ad avere equilibrio. Non avevo più paura. Non volevo più rimandare. Se prima mi regalavano una bottiglia di vino buono, la tenevo chiusa e aspettavo la grande occasione, il momento speciale. Quel mio nuovo modo di vivere mi costringeva invece ad aprirla subito. Ogni istante era speciale. Non aspettavo più giornate speciali e colorate, ma ero io a renderle speciali, ero io a colorarle. Perlomeno facevo il possibile, la mia parte. Quello che mi era concesso. Fino in fondo.
(Da Fabio Volo in “E’ una vita che ti aspetto”)

Preghiera
T.
Volto dell’uomo,
volto dai mille aspetti,
volto che ride, che piange,
pensieroso, disperato, radioso…
viso sereno di bimbo,
faccia grinzosa di vecchio in cui si legge tutta una vita,
volto entusiasta di giovane denso di attese,
occhi di profugo pieni di ansia e di paura.
Il tuo volto, il mio.
Volto di uomo e volto di Dio,
sguardo penetrante
che perdona, rassicura, consola.
Gesù, vero volto del Padre,
immagine autentica di uomo,
volto su cui leggiamo la nostra storia
di ieri, di oggi, di domani.
Il tuo volto, Signore, cerchiamo.
Un volto di amico
Un volto di fratello.
Nel tuo volto:
il volto del Padre.
(GUIDO NOVELLA, Celebrare con le cose, Torino 1986)

SCRUTA IL TUO CUORE e CONFESSA LA TUA FEDE – secondo momento

Durante la lettura viene portato al centro il volto di Gesù coperto dai foglietti scritti dai ragazzi durante la mattina sulla base delle riflessioni sul brano “Il Dio in cui non credo” di Juan Arias: le sovrastrutture create da loro stessi, dal pensiero comune, dagli stereotipi oscurano il volto di Gesù rendendo illeggibile la sua vera natura.

Lettore:
Sei tu l’immagine di Dio, opera originale, unica, irripetibile!
Creato diverso dagli altri.
Pezzo unico, firmato, col Suo marchio impresso sul tuo volto.
Immagine d'arte, vivente, pronto a ricevere e donare amore.
Lo specchio sei tu, il Volto che si intravede è il Suo,
se noi non lo offuschiamo.
Il suo amore ci ha posti nel mondo,
per mostrare a tutti il Suo volto accogliente.
Ricevere e donare, accogliere e mostrare agli altri
la Sua immagine: questo il nostro compito.
Il tuo volto, la tua storia, volto che racconta di te:
gli anni trascorsi, l’amore ricevuto…
i volti cari, delle persone che sempre ti accompagnano,
volti che esprimono vita e dono.
Volti, a volte segnati da ferite e dolore, ma sempre opera d'arte.
Il nostro peccato: drammatico segno che riga, sporca e rovina
la prima immagine di cui siamo fatti.
Peccato!
Tu, io, noi, segnati dal peccato: specchi da buttare?

dal Vangelo di Giovanni (14, 8-14)
Disse Filippo a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Breve riflessione del celebrante: il vero volto di Dio ce lo ha mostrato Gesù. Il vangelo ci parla di lui, di un volto amico, di un volto di padre. Il volto di Dio è quello che si è mostrato a noi in tutta la sua umanità. Il volto dell’amore incondizionato e del perdono. Tutto il resto diventa sovrastruttura e ne nasconde la vera identità.

Preghiera
T.
Signore aiutaci ad uscire dalle nostre comode abitudini e portaci nel luogo che a Te più piace. Nel silenzio dell’anima parlaci, solo ascoltando la tua voce potremo cambiare il nostro cuore. Rendici forti per poter scegliere la via della luce, donaci la libertà di essere figli tuoi e di gustare la gioia del perdono. Signore, io conosco la mia debolezza, ma so che Tu sei più forte. Credo nella tua potenza sulla mia vita, credo nella tua capacità a salvarmi così come sono adesso. Affido a Te i miei peccati, la mia durezza di cuore, rischiando tutto; mi metto nelle tue mani chiedendo un cuore nuovo, capace di fidarsi di Te e di amare tutti.

Deserto o direzione spirituale: prima della confessione individuale ogni ragazzo scriverà su un foglietto il suo “nuovo” credo personale: “Io credo…” (sulla base di quanto visto al mattino alla luce delle nuove riflessioni sul vero volto di Dio)

Brani per la riflessione personale
Per riflettere...
[…] A questo punto c'è quella domanda, che costituisce il tema centrale di questo nostro incontro, di Filippo a Gesù: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". E Gesù gli risponde: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?" L'evangelista ci vuol dire che la tradizione religiosa può condizionare talmente la mentalità di un individuo da impedirgli l'esperienza di Dio. Filippo è da tanto tempo con Gesù - sapete che a quell'epoca i discepoli vivevano giorno e notte con il loro maestro -, ma nonostante fosse sempre a contatto di Gesù, manifestazione visibile, percepibile di Dio, è condizionato da tutta quella tradizione religiosa che separava l'uomo da Dio.
Secondo la mentalità ebraica c'erano i famosi "sette cieli": Dio risiedeva sopra il settimo cielo e i rabbini, che amavano calcolare tutto, dicevano che tra un cielo e l'altro c'era una distanza di 500 anni di cammino, Quindi, tra l'uomo e Dio c'erano 3500 anni di cammino. Una distanza inaccessibile. Condizionato da questa mentalità Filippo, pur vedendo il Dio che si manifesta in Gesù, ha difficoltà a comprenderne l'identità. Non capisce che il Padre è esattamente come Gesù.
Come abbiamo detto prima non che Gesù è come Dio, ma Dio è come Gesù. Capire questo crea a Filippo molta difficoltà, e questa è la difficoltà della mentalità religiosa. Gesù, completando il suo insegnamento a Filippo e alla comunità, dà la caratteristica per percepire questa presenza di Dio nella comunità. Dice: "Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse".
E soprattutto, dice Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui".
L'uomo aveva sacralizzato Dio: Gesù sacralizza l'uomo. Il vero santuario dal quale si irradia la gloria di Dio non è più una costruzione, come dice il Vangelo, fatta da mani d'uomo, ma è la comunità dei credenti, è l'individuo stesso. Gesù dice: "Il Padre mio e io verremo a lui e prenderemo dimora". Il Dio di Gesù non è un Dio al di fuori dell'uomo, un Dio a cui l'uomo deve obbedire, ma un Dio intimo che gli comunica le sue stesse energie e capacità d'amore, quelle che teologicamente vengono chiamate lo "Spinto Santo". Gesù con questa espressione afferma che non esistono ambienti sacri al di fuori dell'uomo. L'unica esperienza del sacro è all'interno dell'uomo e all'interno della comunità. Dio non chiede che l'uomo sia per Lui, che l'uomo si diriga verso Dio, ma che vivendo di Lui sia come Lui. E tutto questo ha cambiato anche il linguaggio e l'atteggiamento; l'uomo si sente amato immeritatamente e incondizionatamente da Dio, da un Dio che non gli chiede niente e prende dimora in lui. L'uomo, in questo amore che potremo chiamare di "identificazione" - il sentirsi amati così come si è, indipendentemente da quello che si fa - non può che esprimere balbettando una lode, un ringraziamento. Ma questo amore che viene comunicato diventa operativo dal momento che viene prodotto altrettanto amore verso gli altri. L'amore, per la dinamica stessa della vita non si può fermare, ma deve andare oltre.
Allora, questo amore che l'uomo riceve lo dirige verso l'altro senza chiedere niente, senza soprattutto cercare qualcosa di sacrale nell'uomo per poterlo amare. Non c'è bisogno di cercare il volto di Gesù, come fanno molte pie persone che dicono che vedono Gesù nel fratello, che vedono nei poveri Gesù. Perché, se non vedessero Gesù nel fratello, lo lascerebbero crepare di fame? Non c'è da vedere Gesù nel poveri, ma con Gesù e come Gesù andare verso le persone che hanno bisogno o sono carenti di vita. Allora questo amore di identificazione, che diventa operativo soltanto quando diventa un amore di dono, si traduce poi in una preghiera che dalla lode passa alla vita concreta.
(Liberamente tratto da Mostraci il Padre e ci basta di Alberto Maggi)

Per riflettere…
Ti interroghi sull'Amore, Natan? Ecco, questo è il secondo passo della vostra crescita. Anche se molti, pur sentendo stampato nel proprio cuore il volto dell'amato, spesso non lo incontrano. E in brucianti attese consumano i loro anni migliori. Ma il loro errore non fu di aver sognato; bensì di aver sognato troppo poco. Hanno infatti dipinto questo volto coi soli colori che conoscevano, e non con quelli della Vita. E non sanno che in cuor suo la Vita ha per essi sogni più grandi dei loro. Gran parte di quel tu che sentite dentro non è attesa di una dolcezza a voi gemella, ma la dolcezza del vostro io migliore che ricacciate in fondo al cuore, cullandovi nell'alibi di un mancato incontro per non farlo amare. E allora scrutate volti che non riconoscete perché non hanno il vostro stesso volto. Ma nessuno è creato dalla vita come sostegno per i vostri sogni, perché due occhi non sono fatti per guardare l'uno verso l’altro, ma entrambi verso la stessa direzione; diventando così ognuno luce per l'altro. Crescete comprendendo questo, e troverete, assieme a ciò che cercavate, anche ciò che non cercavate.
(Liberamente tratto da Il profeta del vento di Stefano Biavaschi)

Per riflettere…
Sono qui perché, sulla riva del mare, ti ho visto smarrito, deluso, amareggiato.
Ero vicino a te, ma la disperazione ti velava gli occhi e, quel che più è grave, ti ha spento il cuore, e non ti sei accorto della mia presenza.
Eppure c’ero: ho seguito le tue orme, intuito i tuoi pensieri, percepito i tuoi interrogativi.
Ho lasciato parlare la luna, tua alleata da sempre, ma tu non l’hai saputa ascoltare abbastanza.
Ho lasciato parlare il mare e le montagne, ma tu sei rimasto sordo ai loro consigli.
Non hai avuto abbastanza fede in me e, meno ancora, hai creduto in te.
Il tuo limite è sempre stato quello del non credere fino in fondo; troppo spesso non hai avuto abbastanza fiducia neanche nella sincerità di chi ti ha voluto bene veramente.
Hai persino dimenticato i veri valori della vita, quelli che sai decantare così bene nei tuoi libri.
Non basta scrivere cose belle e buone, se poi non sai più apprezzare il miracolo dello sbocciare di un fiore e scaldarti al calore del sole, se non ti stupisci più delle meraviglie del cielo e non sai distinguere il vero amore e coglierlo!
Inutile camminare per giorni interi lungo i sentieri del mondo, se non ti accorgi del prodigio della creazione. La tua disperazione nella notte di luna piena è stato il frutto amaro di una vita logorata da mille domande, inutili tristezze, passioni sbagliate.
Non hai ascoltato abbastanza la tua voce interiore, la parte migliore di te che tanto trascuri: là dove sei più buono, più umile, più giusto.
Ti sei spesso lasciato trascinare dal vento della superficialità, dall’effimero desiderio di apparire e, così facendo, hai trascurato l’altra parte di te.
Guarda le spighe dorate del campo di grano che saranno un giorno il pane per migliaia di persone: crescono nella loro umiltà e si lasciano cogliere quando è arrivato il momento.
Guarda l’albero: ha le radici ben piantate al suolo e i rami rivolti verso il cielo.
(Romano Battaglia)

Per riflettere…
Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando…? (Salmo 13, 2)

Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, Lui salvezza del mio volto e mio Dio (Salmo 42, 6)

Non nascondermi il tuo volto; nel giorno della mia angoscia piega verso di me l’orecchio.
Quando t’invoco: presto, rispondimi (Salmo 102, 3)

Dio ci sia propizio e ci benedica;
faccia risplendere il suo volto su di noi.
Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me?
Spera in Dio, ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio (Salmo 43, 5)

Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti vedranno il suo volto (Salmo 11, 7)

Per concludere…
Ci avete presentato
un Dio serio,
noioso,
annoiato,
monotono...
Ci avete detto
di credere
per non morire,...
Ce lo avete presentato
come una formula matematica:
statico,
lontano,
assente...
Così come ce lo avete descritto,
e così noi lo abbiamo visto:
lontano,
noioso,
triste,
solo...
E non abbiamo creduto.
Invece,
ho scoperto
che Dio
è giovane,
allegro,
simpatico,...
Che ama stare in compagnia,
spaccarsi in quattro per gli amici,
che si commuove,
va spesso a cena fuori,
non disdegna l'allegria...
Fa il tifo per me
mentre cerco
di conquistare
una ragazza che mi piace,
o mentre,
disoccupato,
cerco un lavoro onesto
per poter vivere dignitosamente...
Il mio Dio tifa sempre per me.
E' con me durante
le interminabili e noiose lezioni di matematica...
e quando la vita mi chiama
a sostenere
le prove più difficili...
Il mio Dio
è sempre per l'oppresso,
il debole,
lo sfruttato,
le vittime dell'ingiustizia
e del potere...
Aiutami,
Signore,
a presentarti agli altri
per quello che realmente sei
e non attraverso le mie falsità
e le mie ipocrisie.
(ADOLFO REBECCHINI)

IL RINGRAZIAMENTO – terzo momento

Gesto: ogni ragazzo scoprirà il volto di Cristo togliendo uno dei foglietti che prima lo coprivano e lo metterà in un cestino posto dalla parte opposta. Potrà, se vuole, leggere il suo nuovo credo, scritto durante il deserto. Dio riprende così il suo vero volto: quello di Gesù.

Preghiera
Eccoci, Signore, davanti a Te. Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato. Ma se ci sentiamo sfiniti, non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto, o abbiamo coperto chissà quali interminabili rettilinei. È perché, purtroppo, molti passi li abbiamo consumati sulle viottole nostre e non sulle tue: seguendo i tracciati, involuti, della nostra caparbietà faccendiera e non le indicazioni della tua Parola; confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre, e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te. Ad ogni modo vogliamo ringraziarti ugualmente, perché facendoci contemplare la povertà del raccolto, ci aiuti a capire che senza di te non possiamo fare nulla. Ci agitiamo soltanto. Grazie, perché ci conservi nel tuo amore. Perché ancora non ti è venuto il voltastomaco per i nostri peccati. Perché continui ad avere fiducia in noi, pur vedendo che tantissime altre persone ti darebbero forse ben diverse soddisfazioni. Grazie, perché non solo ci sopporti, ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi. Grazie perchè ci sai mettere sulla bocca parole giuste, anche quando il nostro cuore è lontano da Te. Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi. Spogliaci di ogni ombra di arroganza. Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza. Aiutaci a spendere per te tutto quello che abbiamo e che siamo.
(liberamente tratto da Tutta la notte… e poi di don Tonino Bello)



C. Il Signore sia con voi
T. E con il tuo spirito
C. Vi benedica Dio Padre che oggi vi ha dato il suo abbraccio di perdono e di pace
T. Amen
C. Cammini con voi Gesù, il Figlio di Dio, che ci ha tanto amato da dare la vita, per insegnarci i sentieri della pace e della felicità
T. Amen
C. Vi dia forza e coraggio lo Spirito Santo che ora abita dentro di voi, per essere costruttori di riconciliazione
T. Amen
C. Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace.
T. Rendiamo grazie a Dio

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