11 maggio 2003 ore 17.05
L'AMORE RECIPROCO - Percorsi di formazione e riflessione personale
11 maggio 2003
ore 17.05

Esercizi Spirituali di Azione Cattolica
Diocesi di Ascoli Piceno
Loreto, Centro Giovanni Paolo II - MAGGIO 2003

L'AMORE RECIPROCO

L'amore è il centro della vita del cristiano
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è la parola che avete udito. E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo, il che è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende. Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
(1 Giovanni 2, 7-10)

II cristiano si colloca dentro o fuori della luce del vangelo nella misura in cui si lascia interpellare dal comandamento dell'amore.

• La luce rispende sempre nella tua vita? Le tue azioni sono sempre luminose?

Un solo pensiero
Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cioè, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «lo sono di Paolo», «lo invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».
Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?
(1 Corìnzi 1, 10-13)

L'unità di pensiero, frutto di una vita condivisa, non deve rompere la concordia: occorre perdere la proprie idee pur di non rompere l'unità con gli altri:

Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.
(Romani 14, 1-4)

• Le "questioni di principio", le tue ragioni ti allontanano dagli altri? Consideri i tuoi rapporti più importanti delle opinioni? Ritieni di avere sempre ragione tu o sai ascoltare veramente anche gli altri?

Sopportare

L'amore si piega pur di non rompere il rapporto con gli altri.

Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
(Efesini 4, 2-5)

• La certezza di avere ragione ti impedisce di incontrare gli altri e di ascoltare le loro convinzioni con libertà d'animo?

Tutto in comune
La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.
(Atti 4, 32-35)

Si tratta di vivere una comunione di beni materiali e spirituali. Essa va fatta, evidentemente secondo l'opportunità e la possibilità del proprio stato di vita.

• Esiste in te uno spazio privato nel quale non ha possibilità di accesso nessuno, neanche Dio?

Uguaglianza

L'amore porta ad un'uguaglianza che non è appiattimento.

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbV'dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
(Matteo23, 1-11)

• Possiedi qualcosa che ti possiede? Sei legato ad un ruolo, ad un'immagine, che ti toglie la libertà profonda nei confronti degli altri?

Ospitalità

L'amore ci fa amministratori e non proprietari

Conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio.
(1 Pietro 4, 8-10)

• Le tue qualità diventano occasione di servizio o motivo di vanto?

Servizio

L'amore è un'azione umile e concreta: il servizio.

Gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «II mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».
(Matteo 20, 20-28)

• Quando ti metti a disposizione degli altri senti dentro te il peso di une possibile ingratitudine? Le cose che fai per gli altri diventano occasioni per emergere o ti lasciano nell'umiltà?

Ammonimento reciproco

L'amore vicendevole tiene conto anche della correzione fraterna, è capace di dire la verità ai fratelli che sbagliano, ci fa partecipi in qualche mode del loro cammino.

La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
(Colossesi 3, 16-17)

Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.
(Ebrei 10, 24-25)

• Senti la responsabilità di aiutare i tuoi amici quando sbagliano, dicendo loro la verità, senza animosità ma per amore, con delicatezza e con chiarezza?

Clicca su download per scaricare il file impaginato