26 gennaio 2001 ore 21.03
La relazione educativa. Equipe regione Marche, Gennaio 2001.
26 gennaio 2001
ore 21.03

La relazione educativa si fonda sui seguenti pilastri:

1) CRESCERE INSIEME - ACCOMPAGNARE

Lo stile dell'educatore è di colui che insieme ai ragazzi fa un pezzo di strada, condivide un'esperienza. Le relazioni che si instaurano sono a doppio senso: da ragazzo a educatore e da educatore a ragazzo. Da questo quindi ne discende che:

· Gesù è il modello dell'educatore come colui che sta con i propri discepoli (ragazzi), in una relazione personale, nascosta, e contemporaneamente in una relazione manifesta, visibile, pubblica;

· l'educatore fa e sta insieme ai ragazzi;

· l'educatore ha coscienza del suo ruolo, ha consapevolezza del suo educare, non sta per i ragazzi per i ragazzi, ma è spinto dalla passione di crescere insieme alle nuove generazioni: è colui che sa assumersi la responsabilità nei confronti di chi educa;

· l'educatore è colui che dell'educare fa il suo stile di vita: non è una tecnica, ma è il modo insito e naturale di esprimere la propria persona e di vivere i propri rapporti. Con i ragazzi questo modo di vita diventa specifico e qualificato.

· l'educatore sa di essere arricchito dall'incontro con i ragazzi;

· l'educatore è disposto a farsi cambiare dai ragazzi, ad aprire gli occhi sulla loro realtà, a coinvolgersi in questo rapporto;

2) PUNTO DI RIFERIMENTO

L'educatore si pone nei confronti dei ragazzi come una figura autorevole in quanto esprime l'amore per la loro storia e la loro vita, con la capacità di entrare nel loro cuore. E' pertanto nella condizione di colui che raccoglie e interpreta le vane istanze che vengono dai ragazzi e dal mondo, insieme alle altre figure che educano.

· l'educatore ha rispetto della crescita dei ragazzi, di ciò che hanno, di come sono, lavorando sull'intera realtà vissuta dal ragazzo;

· l'educatore ha una identità e la trasmette al gruppo: non è colui che va dietro la moda, dietro una propria idea, una propria convinzione;

· l'educatore è colui che sa dare un'opinione, un valore alle cose importanti per i ragazzi (da un lato non sono scontate e irrilevanti, ma dall'altra sa trarre e mettere in evidenza quelle costruttive e quelle che invece non portano a niente);

· l'educatore sta con i ragazzi e sa ricostruire tutto il quadro della realtà che vive il ragazzo e lo sa guardare a tutto tondo: nei vari contesti, soprattutto quelli in cui riesce ad esprimere meglio le proprie attitudini e potenzialità;

· l'educatore è colui che sta con i ragazzi ed entra in relazione e si coinvolge con tutti gli ambiti della loro vita: dai genitori, ai professori, al mondo dello sport, degli interessi, gli amici, ...

· l'educatore è colui che comunica con i ragazzi, sia nel parlare, che con gli atteggiamenti, con lo stile e con la vita, capace di entrare in rapporto con i linguaggi dei più piccoli.

3) CONTESTO ECCLESIALE

Le relazioni che instaura l'educatore con i ragazzi sono inserite nella realtà della comunità cristiana e nello specifico nella realtà associativa dell'Azione Cattolica. E' all'interno del carisma stesso dell'associazione, che l'educatore ACR vive lo stile del servizio e il proprio mettere in gioco tutte le proprie capacità. E' all'interno del respiro dell'associazione che si dovrebbero vivere relazioni significative, perché queste sappiano dare lo stile dell’essere e diventare educatori.

· l'educatore vive una relazione educativa all'interno della propria comunità cristiana e all'interno dell'Azione Cattolica;

· l'educatore è colui che vive il proprio servizio come espressione della propria fede, della propria persona, della carità che assume forma e concretezza. Non è una questione di buona volontà (mi piace, ho un'ora di tempo, mi rendo utile, ...) ma di vocazione.

· l'educatore non è il migliore, ma è colui che vive una intensa tensione educativa ai valori umani e cristiani;

· l’educatore è colui che non si sottrae ad un continuo aggiornamento, rinnovamento, formazione e impegno per migliorare e per rendere il proprio servizio sempre nella maniera più fresca possibile e capace di parlare ai ragazzi;

· l'educatore è colui che ha una vita spirituale viva e intensa.

ATTEGGIAMENTI PER IMPOSTARE UNA RELAZIONE EDUCATIVA:
1. accoglienza :
_ verso tutti, soprattutto con i ragazzi più turbolenti e che chiedono più attenzione e fatica degli altri
_ verso tutto ciò che c'è da fare, essere disposti a mettere le mani dove c'è bisogno, imparare a saper far tutto
2. ascolto:
_ dei ragazzi e della realtà che li circonda e della realtà della propria vita e del proprio contesto, ecclesiale e non
3. ansia apostolica:
_ ricerca di strade sempre nuove perché il lavoro con i ragazzi sia efficace e capace di incidere nella loro vita
4. preghiera
5. speranza
_ servizio vissuto con consapevolezza, come segno della fede e nella sua provvidenza.

Nella relazione educativa, l'ACR tutta non può non prendere coscienza che i ragazzi vengono per discutere, per parlare, per esprimersi, come sono, a loro modo. Per questo non può non domandarsi continuamente quali sono le sfide piuù attuali e cosa sappiamo e siamo in grado di proporre.