28 gennaio 2024 ore 16.26
Vita Parrocchiale
Messaggio Cei per la 46° Giornata Nazionale della Vita - 04/febbraio /2024 - Iniziative Diocesane
Don Bernardo Domizi
28 gennaio 2024
ore 16.26

Messaggio Cei per la 46° Giornata Nazionale della Vita - 04/febbraio /2024 -

Iniziative Diocesane :

 01) Cerimonia di Benedizione del Monumento ai Bambini non nati ore 15,30 Cimitero di ascoli Piceno

02) Il CAV di Ascoli Piceno Progetta "UNA CULLA PER LA VITA"

03) Il CAV di Ascoli Piceno nel 2023 ha aiutato cinquanta famiglie in difficoltà per sostenere il Miracolo della Vita Nascente

04) Il CAV di Ascoli Piceno Presso Villaggio Santa Marta nella casa " Maria Ausilitrice" ospita le ragazze Madri e Donne in difficoltà

Il Parroco Don Andrea

4 FEBBRAIO 2024 – 46^ GIORNATA PER LA VITA
MESSAGGIO DEL CAV DA LEGGERE NELLE PARROCCHIE DELLA DIOCESI
La giornata nazionale per la Vita che si celebra la prima domenica di febbraio è occasione per la
nostra comunità diocesana di presentare l’attività del Centro Accoglienza Vita (CAV) di Ascoli
Piceno.
Da ben 44 anni, il CAV, che attualmente è aperto nella stessa area dell’Emporio della Caritas,
attraverso la disponibilità generosa dei volontari, offre un servizio di aiuto alle famiglie con bimbi
da 0 a 3 anni che si trovino in difficoltà. Nel 2023 sono state aiutate circa 50 famiglie bisognose.
Il CAV, come missione originaria, sostiene il miracolo della vita nascente, accompagnando le
donne nei momenti così unici della loro vita, custodendo la vita nel proprio grembo per 9 mesi.
Aiuta queste donne facendole “nascere” madri, e facendo aumentare la consapevolezza della vita
come dono; le accompagna nel vivere l’emozione di gioia per il bambino che si fa reale e nel
coltivare la speranza nel futuro, poiché sanno di non essere più sole.
Per i “bambini non nati”, c’è una vita nascosta nel Mistero che custodiamo nel simbolo del
Monumento dedicato “ai bambini non nati”, che ricorda che la vita viene da Dio.
Nel Monumento è stato ampliato recentemente il numero dei loculi. Questa opera non vuole
giudicare nessuno, ma vuole riconoscere che ogni vita concepita è un essere umano e che ha diritto
di essere accolto ed amato.
Per lo stesso motivo si sta progettando, per la città di Ascoli, una “Culla per la Vita”, affinché le
ragazze o le donne, costrette dalle difficoltà, non abbandonino il loro neonato, ma consapevolmente
lo affidino ad un abbraccio che lo accolga e assicuri una buona vita.
Ringraziamo tutti per l’aiuto ed il sostegno che continuamente fornite: ogni mamma, ogni papà ed
ogni bimbo aiutati ringraziano, insieme a tutti i volontari del CAV. Grazi

Il Messaggio per la 46ª Giornata Nazionale per la Vita

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Pubblichiamo il Messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha preparato per la 46ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 4 febbraio 2024 sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)».

1. Molte, troppe “vite negate”
Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti, contratti precari o in nero, e mettere a rischio in situazioni di patente insicurezza. La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto. La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi. In tale contesto l’aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o “del giorno dopo” facilmente reperibili.
Tante sono dunque le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.

2. La forza sorprendente della vita
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere un sorprendente successo stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
Quante volte il capezzale di malati gravi diviene sorgente di consolazione per chi sta bene nel corpo, ma è disperato interiormente. Quanti poveri, semplici, piccoli, immigrati… sanno mettere il poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro. Quanti disabili portano gioia nelle famiglie e nelle comunità, dove non “basta la salute” per essere felici. Quante volte colui che si riteneva nemico mortale compie gesti di fratellanza e perdono. Quanto spesso il bambino non voluto fa della propria vita una benedizione per sé e per gli altri.
La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.

3. Le ragioni della vita
Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore.
La scienza ha mostrato in passato l’inconsistenza di innumerevoli valutazioni discriminatorie, smascherandone la natura ideologica e le motivazioni egoistiche: chi, ad esempio, tentava di fondare scientificamente le discriminazioni razziali è rimasto senza alcuna valida ragione. Ma anche chi tenta di definire un tempo in cui la vita nel grembo materno inizi ad essere umana si trova sempre più privo di argomentazioni, dinanzi alle aumentate conoscenze sulla vita intrauterina, come ha mostrato la recente pubblicazione Il miracolo della vita, autorevolmente presentata dal Santo Padre.
Quando, poi, si stabilisce che qualcuno o qualcosa possieda la facoltà di decidere se e quando una vita abbia il diritto di esistere, arrogandosi per di più la potestà di porle fine o di considerarla una merce, risulta in seguito assai difficile individuare limiti certi, condivisi e invalicabili. Questi risultano alla fine arbitrari e meramente formali. D’altra parte, cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona? Il rischio che prevalgano considerazioni di carattere utilitaristico o funzionalistico metterebbe in guardia la retta ragione dall’assumere decisioni dirimenti in questi ambiti, come purtroppo è accaduto e accade. Da questo punto di vista, destano grande preoccupazione gli sviluppi legislativi locali e nazionali sul tema dell’eutanasia.
Così gli sbagli del passato si ripetono e nuovi continuamente vengono ad aggiungersi, favoriti dalle crescenti possibilità che la tecnologia oggi offre di manipolare e dominare l’essere umano, e dal progressivo sbiadirsi della consapevolezza sulla intangibilità della vita. Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia.

4. Accogliere insieme ogni vita
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.

5. Stare da credenti dalla parte della vita
Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore. Da questo punto di vista, la Giornata assume una valenza ecumenica e interreligiosa, richiamando i fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno.

 

Roma, 26 settembre 2023

Il Consiglio Episcopale Permanente
della Conferenza Episcopale Italiana