25 dicembre 2023 ore 02.39
Vita Parrocchiale
Natale 2023 - Auguri del Vescovo Gianpiero Palmieri e Quelli Scomodi del Vescovo Tonino Bello
Don Bernardo Domizi
25 dicembre 2023
ore 02.39
Natale 2023 - Auguri del Vescovo Gianpiero Palmieri e Quelli Scomodi del Vescovo Tonino Bello
AUGURI SCOMODI
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’ idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’ inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’ affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’ aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’ oscurità e la città dorme nell’ indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’ edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’ aurora, vi diano il senso della storia, l’ ebbrezza delle attese, il gaudio dell’ abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’ unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
+ Tonino Bello
Natale 2023: il messaggio del Vescovo Gianpiero alla Diocesi
Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (Is 9,1)
 
 
Natività Carracci

Ludovico Carraci da Correggio – Natività

Natale 2023: il messaggio del Vescovo Gianpiero alla Diocesi

Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (Is 9,1)

Il Natale, lo sappiamo, non è tale se non è accompagnato da un mix ben collaudato di suoni, luci, colori e riti tradizionali, tra cui gli acquisti dei regali e il buon cibo condiviso con i parenti o con gli amici. Non guasta neppure un piccolo gesto di solidarietà verso i cosiddetti “sfortunati”: anche questo ci sta bene a Natale.

Ci sono però delle volte in cui questo rito collettivo non “funziona”: se stiamo vivendo un momento di dolore o di grande fatica, se la mia famiglia si è divisa o uno dei ragazzi non riesce ad uscire dalla sua crisi depressiva, se tra gli “sfortunati” che non arrivano alla fine del mese ci siamo anche noi… il Natale con tutto il suo bagaglio di musiche e lampadine appese assume un sapore inevitabilmente amaro, fino a diventare insopportabile. Vedere l’allegria degli altri ci ricaccia in una solitudine carica di risentimento.

Permettetemi di sottolineare che questo modo di vivere (o forse subire il Natale) riguarda tante persone, molte di più di quelle che potremmo immaginare. Gli “sfortunati” (che aggettivo insopportabile!) dilagano e diventano maggioritari rispetto a chi “sta bene” in ogni momento dell’anno e si può permettere il Natale dalle “luci artificiali”. Non lo dico io, lo dicono i dati ormai pubblicati in tutte le testate nazionali e locali.

E allora… che dire?

Ritorniamo al senso più profondo e vero del Natale, ritorniamo all’avvenimento che è alla sua origine.

E’ nato un bambino, da una famiglia che noi definiremmo povera, come la stragrande maggioranza delle famiglie del mondo. Ma questo bambino, dall’aspetto identico a tutti i bambini, contiene una Luce potente, una Luce divina.

E’ stato l’obiettivo di tutti coloro che lo hanno dipinto: rappresentare un bambino che emanasse una Luce da dentro. E’ la Luce dello Spirito Santo, presente di per sé in ogni cuore umano. Si dischiude dentro di noi quando, appena nati, una mamma o un papà ci prende tra le braccia e ci sorride. I nostri occhi, che si aprono gradualmente, vedono questo sorriso, il nostro corpo sente il calore avvolgente dell’abbraccio… e ci apriamo alla vita, a nostra volta con un sorriso. Lo Spirito di Dio, la Luce da dentro, fa il resto: nasce la fiducia, nasce la speranza, nasce la convinzione profonda che la vita è un’avventura degna di essere vissuta. Un atteggiamento di fondo che ci accompagnerà per sempre e che ci sorreggerà anche nei momenti più difficili. San Paolo lo ricorda nelle sue lettere: senza lo Spirito Santo non riusciamo a fare niente, non riusciamo a credere, ad amare, soprattutto non riusciamo a sperare. Una tristezza sempre più profonda e un malessere sempre più pervasivo si impossessa di noi.

Il bambino di Betlemme è Dio che è venuto a rivelarci che questa Luce dentro ce l’ha donata Lui. Egli stesso è la Luce mandata dal Padre nella storia umana per illuminare ogni uomo. Camminare con Gesù tutti i giorni della nostra vita ci aiuta a ritrovare la forza dello Spirito e a riscoprire le ragioni vere del nostro essere al mondo. Finalmente, una Luce (questa volta non artificiale!) si accende dentro di noi. E’ il miracolo vero, quello della fede.

E’ questo l’augurio del giorno di Natale.

Buon Natale a tutti!

+ Gianpiero