17 agosto 2008 ore 13.08
Saldi e saldati a Dio: il dono della Fortezza - LITURGIA PENITENZIALE
17 agosto 2008
ore 13.08
CAMPO GIOVANISSIMI 2008 Mi parli dentro

CELEBRAZIONE DEL PERDONO a cura di Daniele De Angelis
Saldi e saldati a Dio: il dono della Fortezza


Sequenza allo Spirito Santo
Vieni, Spirito Santo,
manda a noi dal Cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi intimamente
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in Te confidano,
i sette santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona eterna gioia .
Amen

GUIDA: Signore Dio, tu ci hai scelto per essere santi al tuo cospetto, ci ha predestinati ad essere figli adottivi per mezzo di Gesù Cristo, ci hai fatto conoscere il mistero della tua volontà e ci hai donato la ricchezza della tua grazia. Confessiamo tuttavia di cadere nel peccato ricercando i nostri interessi più che la tua Parola, prestando ascolto ad altre voci, dimentichiamo quanto immensa sia la tua riconciliazione, dimentichiamo che tu solo sei la speranza del mondo, riconosciamo come sia difficile per noi accettarci l’un l’altro, edifichiamo muri di divisione con le parole e con gli atti. Signore, noi stiamo dinanzi a te con le nostre fragilità e debolezze, donaci la tua misericordia.

ATTO PENITENZIALE
Signore, tu sei la vita che riconduce al Padre, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
Cristo, morto in croce per liberarci dalle nostre paure, abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.
Signore, che ci fai dono dello Spirito Santo, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.

LETTORE: La liturgia della riconciliazione è un’opportunità di grazia, ognuno di noi diviene luogo di condivisione delle proprie fragilità, volto umano della speranza, ma soprattutto può sperimentare una relazione ritrovata. Diamo credito al nostro cuore che chiede pace, attende di sperimentare la misericordia di Dio che non finisce mai di attirare a sè l’uomo. Per una decisione del tutto libera, Dio si è rivelato e si donato all’uomo svelando il suo mistero. Rivelando se stesso Dio ci ha resi uomini capaci di rispondergli, di conoscerlo e di amarlo. Non dobbiamo avere timori perchè Dio è l’unico che è sempre pronto a farsi prossimo per rialzarci, restituendoci la nostra alta dignità. Non è più tempo di sopravvivere, ora possiamo rendere più autentica e vera la nostra esistenza. Certo il confronto comporta un mettersi in discussione con quello che non ci aspettavamo, occorre rinunciare ad ogni riserva, ma questo può renderci migliori, più coscienti della nostra umanità, più consapevoli della nostra figliolanza. Ciò che ci rende forti è la promessa che Gesù stesso ci ha fatto. Mt 11,28: Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò.

PREGHIERA
Sii benedetto, o Padre, che nel tuo infinito amore ci hai donato tuo Figlio, divenuto uomo per opera dello Spirito Santo, grazie al sì di Maria. Egli si è fatto nostro compagno di viaggio e ha dato nuovo significato alla storia, cammino fatto insieme nella sofferenza, nella fedeltà e nell’amore. Per tua grazia, o Padre, questo sia un tempo di gioioso ritorno a Te, sia tempo di riconciliazione tra gli uomini e di ritrovata fiducia nel tuo amore paterno. Donaci, Padre, di saper accogliere la voce dello Spirito per essere fedeli alla sequela di Cristo. Sostieni il nostro impegno come Chiesa vivente, guida i nostri passi sulle strade del mondo per annunciare Cristo con la vita. Concedici di essere una cosa sola così che il mondo creda. A Te, Padre, per Cristo il Vivente, Signore del tempo e della storia, nello Spirito che santifica l’universo, la lode, l’onore, la gloria, oggi e nei secoli senza fine. Amen!

Dal Vangelo di Marco (4,1-9)
Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: “Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. E diceva: “Chi ha orecchi per intendere intenda! ”.


DESERTO
Riflessione sul brano del Vangelo

Il Signore richiama subito l’attenzione della folla invitandola ad ascoltare la parabola. Non basta un ascolto superficiale della Parola, ma è indispensabile un’accoglienza profonda e meditata, con piena adesione di fede al messaggio di Gesù, perché si tratta di un appello decisivo per la salvezza. L’attenzione si sposta poi sul seminatore e sull’azione della semina. La figura del seminatore è molto significativa perché richiama il tema della vita. Infatti ancora prima delle condizioni più o meno favorevoli del terreno, occorre che qualcuno semini per avere i frutti. Il seminatore dunque è l’origine prima della vita, colui che dà il via ai processi successivi. Il seminatore è anche colui che si prenderà cura della semina durante tutto il tempo dello sviluppo e crescita del raccolto. Possiamo dire allora che il seminatore è innanzitutto Dio che è all’inizio e alla fine di ogni forma di vita. Ma seminatori siamo un po’ tutti noi, perché anche noi siamo stati resi partecipi di questa grande azione divina, anche noi possiamo dare vita, anche noi possiamo curare la crescita e lo sviluppo di ciò che ci è stato affidato. Gesù stesso ha chiesto e chiede con insistenza collaboratori che con lui possano seminare il messaggio della buona notizia, il dono del Padre all’uomo.
Importante è che ciò che si semina sia il messaggio di Dio, non le proprie idee. Altro elemento importante è il seme. In questa parabola, in modo particolare, si fa riferimento al seme come Parola di Dio. La descrizione dei vari terreni corrisponde alle caratteristiche dell’uomo. La prima parte di questa parabola si sofferma sull’insuccesso della semina, solo alla fine si parla del terreno buono e del raccolto abbondante che ripaga le attese del seminatore. Gesù stesso dà la spiegazione di questa parabola nei versetti immediatamente successivi. L’interesse si sposta sulle diverse disposizioni degli uditori, che possono rendere infruttuoso il seme della Parola. L’esito della semina non dipende dalla forza del seme, ma dalla diversa natura dei terreni. I semi caduti lungo la strada sono subito portati via dagli uccelli. Gli uccelli che divorano il seme simboleggiano l’azione del diavolo e cioè l’incarnazione della mentalità del potere, del successo, dell’arrivare a tutti i costi. Satana è colui che come leone ruggente è accovacciato alla porta del nostro cuore e aspetta solo uno spiraglio per poterci ghermire come fanno gli uccelli con i semi caduti sulla strada. L’ambizione impedisce che il messaggio venga accolto. I terreni rocciosi rappresentano le persone incostanti. Persone che accolgono il messaggio con gioia, si entusiasmano, ma al sopraggiungere di qualche inevitabile difficoltà o persecuzione falliscono. Questi semi non riescono ad attecchire nel terreno che impedisce alle radici di andare in profondità ed essere stabili. Questi terreni rocciosi rispecchiano le persone che cercano sempre una soluzione facile al loro impegno che rimane sempre superficiale. Quando si tratta di approfondire il discorso, di mettersi in gioco, di pagare di persona, queste persone falliscono, perdono la fede. Altra situazione è quella dei semi caduti tra le spine che corrispondono alle passioni. Persone che accettato il messaggio di Gesù lo fanno convivere con la seduzione del denaro, l’inganno dell’avere di più, di volere di più, l’ambizione del possedere. Il seme viene cosi soffocato dalle spine che crescono avide di spazio. Un terreno che prometteva tanto, che poteva dare tanto frutto, ma che delude. Questi ultimi hanno sperimentato la dolcezza della Parola, ma non sono stati abbastanza forti da sviluppare le potenzialità insite nella Parola. Persone che hanno gustato la gioia della presenza del Signore, ma non si fidano completamente del Signore. Rimane ancora il terreno buono dove il seme può crescere con vario profitto. Questo terreno rappresenta quelli che aderiscono totalmente e incondizionatamente a Gesù e al suo messaggio. Unica è la proposta, vari sono i terreni cosi come differenti le risposte che possiamo dare alla Parola di Dio. Sotto la spinta dello Spirito Santo e dei suoi doni, in modo particolare della fortezza possiamo aprirci agli altri e di conseguenza anche a Dio. È lo Spirito di fortezza che ci spinge ad andare sempre oltre, non solo nelle sfide di ogni giorno, ma anche nel riconoscimento di ciò che siamo. La presenza dello Spirito non tocca solo la storia, ma anche i singoli individui, egli rinnova la faccia della terra e gli uomini. La fortezza permette all’uomo di suscitare e operare il bene, genera il coraggio di spendersi gratuitamente senza pretese, il coraggio di annunciare in ogni situazione, il coraggio di riconoscere gli errori commessi e poter sperimentare l’amore del Padre. Questo dono è insito nella Parola di Dio e cresce con la sua accoglienza. Riconosciamo che a volte siamo stati terreni poco accoglienti, a volte non abbiamo permesso alla Parola di prendere posto nel nostro cuore, spesso siamo stati incostanti, infedeli. Possiamo però ripartire da quel seme che Dio continua a gettare ogni giorno nel nostro cuore e attraverso la sua forza possiamo renderci docili.

STRADA: separata dal resto del terreno, isolata, non protetta. Autosufficienza di chi crede di poter fare tutto da sé «Io non ho bisogno degli altri, io so tutto e gli altri non hanno niente da insegnarmi. Io la vita la conosco, faccio tutto per conto mio. La mia fede è inconsistente basta un uccello che passa e subito il seme viene portato via. Prego poco, mi ricordo di Dio solo quando sono nei guai. Gli esempi negativi subito mi abbattono e non mi accorgo del buono che mi vive accanto.

TERRENO ROCCIOSO: mi sento morto dentro, senza un po’ di linfa vitale né un pizzico di speranza e di fiducia, perché credo che nessuno più mi comprende, dalla vita non mi aspetto niente. Sono roccia, «pietra di inciampo» per gli altri a causa della mia durezza: «Non bisogna avere pietà di chi sbaglia: perché dovrei perdonare chi mi ha ferito?».

ROVI: sono irascibile, intollerante, ferisco tutti quelli che mi passano accanto, il mio cuore è chiuso come un riccio: ho paura di amare e di lasciarmi amare! Quando posso cerco di soffocare gli altri, di non lasciare spazio ad un possibile rivale. Non concedo tregua a chi mi sta accanto, se posso cerco anche di sfruttare il suo lavoro. Come un opportunista quando posso cerco di rubare aria e acqua, gli elementi vitali, i desideri e le speranze degli altri.

La prima tappa di questa crescita è guardare e prendere coscienza della propria vita attraverso la comprensione delle esperienze quotidiane. Questa voglia di vero porta alla ricerca, quindi si arriva a sperimentare cosa è più buono per la nostra vita. S. Tommaso d’Aquino diceva: Chi ha delle domande vere incontra Dio e si salva. Non siamo noi che facciamo il primo passo, ma è sempre Dio che ci viene incontro attraverso suo Figlio. Dio ci dona un disegno per la vita. La Chiesa è un popolo di chiamati, un popolo che cerca, un popolo che cammina, che vuole la felicità. L’espressione massima della Chiesa è la riconciliazione con Dio.

1 Cor 10,12-13
Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla.

Preghiera
Spirito Santo vieni!
Ho bisogno di uno che mi metta in piedi
E mi lanci come lanciava gli apostoli:
ho bisogno di Forza,
bisogno di Te!
Spirito Santo vieni!
Ho bisogno di distinguere
Ciò che è dovere da ciò che è capriccio,
ciò che risana da ciò che ammala:
ho bisogno di Luce.
Bisogno di Te!
Spirito Santo vieni!
Ho bisogno di un supplemento di Fuoco
Che mi accenda il cuore e gli dia calore:
ho bisogno d’Amore,
bisogno di Te!
Spirito Santo vieni!
Ho bisogno di dilatare il paese dell’anima,
di ampliare lo spazio interiore:
ho bisogno di spirito, di Spirito Santo: vieni!

LINEE GUIDA PER L’ESAME DI COSCIENZA

Spesso fuori dalla cerchia del nostro gruppo di amici si entra in un ambiente in cui la nostra esperienza gode di scarsa considerazione o addirittura viene ridicolizzata. Questo forte impatto può portare ad un atteggiamento difensivista o accomodante, di compromesso, con conseguente progressivo disimpegno dalla verità. Altre volte si può creare un atteggiamento opposto, molto chiuso alle aperture, ipercritico che porta a rifiutare la possibilità di confronti con esperienze differenti dalle nostre.

A volte cresce con noi una voglia instancabile di obiettare, di discutere di non accontentarsi. Ci capita di avere delle pretese sugli altri e spesso non sappiamo apprezzare il valore del poco, del piccolo, del debole, dell’ultimo. Sappiamo ascoltare gli altri, chi ci sta attorno, oppure vogliamo avere sempre l’ultima parola su tutto? Sappiamo creare relazioni interpersonali che sappiano rispettare le individualità e valorizzare i carismi di ogni persona?

Quando sperimentano le delusioni, le incomprensioni, la solitudine, allora spesso ci capita di vivere alla giornata, di chiuderci, si rischia cosi di perdere le iniziative e diventare amorfi. Siamo disposti a metterci alla prova, a condividere le nostre capacità, oppure camminiamo sempre a rimorchio degli altri, per paura o per comodità?

Non tutti sono disposti a far credito ai nostri desideri sinceri. Molti non ci prendono in considerazione, rimangono indifferenti e superficiali alle nostre attenzioni. Sappiamo amare incondizionatamente, oppure le nostre pretese ci fanno operare delle selezioni?

C’è bisogno di relazioni sincere, comunicazione costanti, compagnia fedele, solo così crescono i sentimenti e maturano le personalità. Occorre capire le fasi, i tempi di crescita di ognuno per riflettere e assumerci le nostre responsabilità. Dobbiamo stare attenti a non assumere un ruolo che ci viene imposto da altri, gli amici non si scelgono per il tipo di esperienza avuta. Sappiamo esprimere le nostre idee incondizionatamente in ogni situazione o siamo persone che cercano il consenso facile?

Certe domande, certe sensazioni, emozioni, non possono però essere sottaciuti, nascosti, ma chiedono continuamente risposte. Queste domande ci saltano alla mente sia nei momenti negativi che positivi della nostra vita. Siamo persone che cercano delle risposte e quindi vivono secondo ciò che ci rende liberi oppure siamo schiavi di ciò che soddisfa i nostri piaceri momentanei?

La verità della nostra vita prima ancora di essere una conquista è scoperta di un dono, una rivelazione, una grazia. La verità dunque è la conoscenza della libertà, più da lei ci allontaniamo più non viviamo. Là dove si esprimono aspirazione ed impegno nel superamento delle proprie illusioni, delle involuzioni, dei momenti di debolezza, va riconosciuta l’azione dello Spirito. Dove è lo Spirito, lì c’è la libertà e li c’è la presenza misteriosa di Dio. Siamo coscienti di essere figli di un Padre amorevole oppure ci crediamo di essere autosufficienti e autorizzati a tutto?

I nostri più grandi interrogativi, le nostre preoccupazioni, i nostri bisogni possono trovare un appagamento solo in Cristo. Questo incontro non viene attuato da occasioni eccezionali, ma dall’incontro con l’esperienza umana, nel volto di chi ti sta di fronte. Nella vita della comunità cristiana il gruppo di amici è una traccia da scegliere, la parrocchia un disegno da seguire, il volto degli altri è l’incontro, il culmine della nostra storia. Sappiamo riconoscere nel volto dell’altro un fratello, oppure gli altri sono solo dei rivali da vincere, degli ostacoli da superare?

È così ricco il dono dello Spirito Santo, che la Bibbia, per descriverlo, ricorre a molte immagini. Lo chiama «respiro », perché la nostra vita è ritmata dal respiro. L'aria che entra nei nostri polmoni è il soffio che ci anima. Lo Spirito Santo è il sostegno vitale della Chiesa: le fornisce i mezzi per servire Gesù, la rende salda nell'unità, la spinge a diffondere il Vangelo. Lo chiama « vento», «fuoco», « acqua». Sono segni di forza e, nello stesso tempo, di vita interiore: nascosta, silenziosa, ma profondamente efficace. Lo chiama « consolatore » e « avvocato », perché l'essenza dello Spirito del Padre e di Gesù è quella di essere una Persona amorevole che aiuta e assiste. Lo Spirito Santo ci prende per mano, ci difende contro la severità o l'angoscia, perché è l'unico a sapere che noi siamo migliori di quanto pensiamo. Lo Spirito Santo è colui che tiene vivo in noi il ricordo di Gesù. « Il Padre vi manderà nel mio nome un difensore: lo Spirito Santo. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che ho detto » (Gv 14,26), ha promesso Gesù ai suoi discepoli. È grazie allo Spirito che siamo veramente figli di Dio. La Tradizione ha spesso parlato dei « sette doni » dello Spirito Santo. Il numero sette, per la mentalità biblica, è un numero perfetto. Infatti non si può circoscrivere lo Spirito Santo e i suoi doni. Sono infiniti, come Lui è infinito. Nei loro nomi, però, vogliono simboleggiare tutto quello che serve veramente alla vita del cristiano: intelligenza, saggezza, consiglio, forza, scienza, pietà, timore di Dio. Nella prima Pentecoste (At 2,1-12), investiti dal Vento e illuminati dalle lingue di Fuoco dello Spirito Santo, gli apostoli si sentirono pieni di forza (mentre prima erano incerti e deboli); pieni di luce (mentre prima erano così scarsi di comprensione); pieni di amore (mentre prima erano così individualisti e interessati). Lo Spirito Santo li aveva cambiati. Il dono della Fortezza è un impulso che dà sostegno all’anima non solo in momenti drammatici, di sofferenza, ma anche nelle abituali condizioni di difficoltà: nella lotta per rimanere coerenti con i propri principi; nella sopportazione di offese e di attacchi ingiusti; nella perseveranza coraggiosa, pur fra incomprensioni ed ostilità, sulla strada della verità e dell’onestà. La Fortezza, dono dello Spirito Santo, non annulla le difficoltà della vita, tuttavia ci permette di condividere l’intuizione di san Paolo e di rimanervi fedeli: "Perciò mi compiaccio delle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte" (2 Cor 12, 10).
Confessioni individuali

Preghiera del ringraziamento

Salmo 103
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d’Israele le sue opere.
Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.
Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere.
Come l’erba sono i giorni dell’uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre, la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno abbraccia l’universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere, suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.

Benedizione finale

Il Signore sia con voi
E con il tuo spirito.
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Amen.
La benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.
Il Signore che ha visitato i vostri cuori e vi ha perdonato. Andate in pace.
Rendiamo grazie a Dio.

CANTO FINALE

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