09 ottobre 2012 ore 03.07
TOCCA A TE! - Festa del ciao ACR 2012
09 ottobre 2012
ore 03.07

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Azione Cattolica dei Ragazzi - diocesi di Ascoli Piceno
TOCCA A TE - Festa del ciao 2012


Obiettivo
Durante il mese del Ciao, i ragazzi, ritornati al gruppo o arrivati per la prima volta, hanno scoperto di essere protagonisti de grande spettacolo della loro vita. hanno compreso che il regista ha riservato per ciascuno di loro una parte che non può essere interpretata da nessun altro.
Nella festa del Ciao i ragazzi cercano di chiarire quale sia il ruolo di ciascuno, come interpretarlo e scoprire meglio la figura di Gesù, il regista che chiama e che aiuta ognuno a riconoscere la parte giusta per sé.


Aggancio con la storia

Dopo una lunga estate i ragazzi si ritrovano finalmente per ricominciare con l’ACR. Beatrice, l’educatrice, ha dato appuntamento a tutti nel teatrino della parrocchia e, dai messaggi che ha mandato, sembrano esserci grandi novità! Ci saranno per caso nuovi educatori? Oppure hanno deciso di iniziare con una mega festa? Mah chi lo sa? L’unico modo per scoprirlo è presentarsi al primo incontro!!!
I ragazzi, tutti sotto il palco, sono in vibrante attesa. L’impazienza regna sovrana e il desiderio di tutti è quello di scoprire cosa sta per accadere. Ecco finalmente aprirsi il sipario e TA-DAAAAAAA!!! Niente: è solo Beatrice! “Che scherzo è questo?” grida qualcuno. “Ci avevi promesso delle sorprese... dove sono?” ribatte qualcun altro. Beatrice, con qualche difficoltà, riporta la calma tra i ragazzi e, visibilmente entusiasta, fa un annuncio importante: quest’anno metteremo in scena uno spettacolo teatrale!!!!
“Siiiiiiiii non vedo l’ora di fare l’attore, sarò il nuovo Scamarcio!!” esclama un’esile vocina dal fondo della sala. La notizia portata da Beatrice ha favorevolmente colpito i ragazzi che subito iniziano a discutere su quale spettacolo portare sul palco: “Perché non facciamo un musical?”, “No no, io credo sia meglio una commedia spiritosa”.
Niente di tutto questo! Beatrice racconta che qualche giorno prima al suo indirizzo di posta è arrivata una mail, firmata da un anonimo regista, che le proponeva di mettere su una compagnia teatrale. Non sa chi è il mittente del messaggio, e questo un po’ la preoccupa. Ma dopo aver sentito gli altri educatori della diocesi ha scoperto che la stessa mail era arrivata anche a loro. Chi si nasconde dietro questo misterioso regista?
La curiosità è tanta e questa idea di riunire i ragazzi e coinvolgerli nella preparazione di uno spettacolo la intriga. Nella mail il fantomatico regista si impegna a mandare successivamente il copione dello spettacolo.
Il teatro è una possibilità vera e concreta di dare vita a qualche cosa di nuovo a cui ci si deve dedicare, per cui si è anche guidati e accompagnati a migliorare. Per migliorare c’è la necessità di “allenarsi”. C’è bisogno di una vera scuola di teatro dove i ragazzi possano mettersi in prima persona alla prova e cercare di diventare una vera compagnia. Una compagnia in cui ognuno ha le sue caratteristiche, in cui non ci si preoccupa della diversità dei vari ruoli, ma del modo in cui essi vengono a interagire.
In attesa che arrivi il copione, Beatrice ha chiamato 5 famosi docenti per aiutare i ragazzi a prepararsi al meglio. Si presentano: Doria Memoria insegnante genovese di memorizzazione del copione; Federica Mimica, severissima insegnante di mimo; Gedeone Dizione, da Napoli, anziano professore di dizione; Simone Interpretazione, divertentissimo coach per l’interpretazione teatrale e infine Assunta Gestualità, di Cava dei Tirreni, ex stuntman svampita, ora insegnante di gestualità.
Ogni attore per stare in scena deve avere delle capacità comuni, indipendentemente dalla parte specifica che gli è affidata.
I ragazzi saranno invitati da Beatrice a seguire e a superare i cinque corsi della scuola di recitazione!

P.S. per il lancio è bene ricreare l’atmosfera teatrale. Palcoscenico, luci basse, amplificazione, platea etc. etc.

Atteggiamenti

Attraverso i 5 corsi della scuola i ragazzi eserciteranno delle capacità richieste a tutti gli attori. Ognuna rimanda ad un atteggiamento che il ragazzo matura nella propria vita e, in particolare, nell’esperienza della festa.
 Memoria: Essere consapevoli dell’importanza del vissuto e, memori del passato, saper prestare la dovuta attenzione a quello che vivremo.
 Mimica: Avere cura e attenzione per l’altro.
 Dizione: Ascoltare e parlare con il linguaggio giusto che imparo a scoprire attraverso la Parola che il regista mi suggerisce.
 Interpretazione: Fidarsi dell’indicazione del regista.
 Gestualità: Essere capaci di accoglienza del “nuovo” (nuovi amici, ma anche novità della vita).

Struttura della festa
I ragazzi sono invitati da Beatrice a seguire i cinque corsi della scuola di recitazione. Ogni corso è tenuto da un docente e corrisponde ad uno stand. I ragazzi si muovono tra uno stand e l’altro divisi in squadre, intitolate ad attori famosi: Checco Zalone, Nicolas Vaporidis…
In ogni stand i ragazzi devono superare una prova; se ci riescono ricevono TUTTI un messaggio da parte del “regista” che evidenzia l’atteggiamento che i ragazzi hanno tenuto durante la loro esibizione (vedi tabella allegata). È importante fare in modo che il ragazzo comprenda che il personaggio dello stand, consegnando il messaggio a ciascun ragazzo, si fa solo portavoce di una notizia il cui autore è il regista.
Fin qui niente di nuovo, una normale festa a stand. Ma pensandoci bene manca qualcosa: manca il ritmo che scandisce i tempi della scuola. Il tempo sarà quindi regolato dalla campanella, come in tutte le scuole che si rispettino. Questa scandirà ”l’interballo”, un momento di intervallo, ma ballato. Al suono della campanella i ragazzi interrompono tutte le attività che stanno svolgendo per ballare tutti assieme il bans dell’Acr di quest’hanno: “Tutti in scena”. Immaginate la scena tipo il telefilm “Saranno Famosi” (è un po’ vecchiotto: non tutti ve lo ricorderete) o High School Musical: la campanella suona e TUTTI balliamo! Alla fine del bans ogni squadra torna alle prove e riprende il gioco esattamente da dove lo ha interrotto.
Il cammino nella scuola non è semplice. Nel loro percorso tra gli stand, i ragazzi vengono infatti disturbati da tre personaggi che tentano di convincerli con proposte degne del “gatto e la volpe”. Per riuscire nella vita – dicono - non è necessario migliorarsi con un gruppo ma bisogna scegliere strade più dirette. I personaggi sono:

- Morgan: che tenta di convincere i ragazzi che la strada verso il successo è quella di essere dei “personaggi”. Propone loro di partecipare a talent-show e trasmissioni televisive.

- Un Artista di strada: che vuole convincere i ragazzi a non perdere tempo con la scuola. È meglio coinvolgere e attirare la gente direttamente in strada, creandosi un pubblico con quello che si sa fare..

- Un paparazzo: che invita i ragazzi a mettersi in posa per delle fotografie. L’unico modo, secondo lui, per arrivare al successo è fare notizia, anche solo con l’immagine e l’apparenza.

Tutti e tre i personaggi, in ogni caso, distolgono i ragazzi dall’idea del vivere in comunità e dall’incontro con l’altro. Con i loro tentativi di distrazione – non solo a parole - Morgan, l’artista e il paparazzo cercano di creare fratture nella squadra che, se non è al completo, non può sostenere le prove negli stand.

Come in tutte le migliori scuole di recitazione, anche nella nostra è possibile effettuare l’intervista pre-casting. I 12-14 saranno infatti intervistati da Renato L’Inviato. Sempre di corsa, alla ricerca di impressioni commenti a caldo, Renato si aggira per la festa, con la telecamera in spalla, per chiedere ai ragazzi le loro aspettative per il casting, le speranze, gli obiettivi. Fin qui le domande serie. L’Inviato non si farà poi di certo mancare domande come “da chi ti farai accompagnare all’audizione? Con quale abbigliamento ti presenterai? Con quale pezzo ti esibirai?

Le prove
Le prove sono gestite dai cinque docenti della scuola. Attraverso ciascuna di esse i ragazzi fanno esperienza di crescita assieme all’altro.

 Memoria
Essere consapevoli dell’importanza del vissuto e, memori del passato, saper prestare la dovuta attenzione a quello che vivremo .

Avete presente il gioco del Memory? Ne proponiamo una versione del tutto particolare, senza le solite immagini: è un memory vivente. Tutti i ragazzi della squadra, tranne uno, sono disposti in una scacchiera; viene consegnata a ciascuno di loro una frase celebre (o in alternativa una citazione famosa, un verso poetico). Per ogni frase, come ovvio se si gioca a Memory, ne è disponibile una identica. Ai personaggi in scacchiera – se non avete ancora capito - vengono consegnate coppie di frasi uguali... Un membro della squadra, scelto dal gruppo per la sua capacità di memoria, deve giocare a Memory, servendosi della scacchiera dei propri compagni. Deve quindi individuare le coppie di frasi assegnate ai ragazzi. Per ascoltare la frase tocca il naso del compagno scelto; quindi si appresta a cercare la stessa frase tra gli altri membri in scacchiera. Man mano che si scoprono gli abbinamenti i ragazzi si siedono a terra così da non confondere il giocatore.


 Mimica
Avere cura e attenzione per l’altro.

Prepariamo delle cornici (vuote all’interno) in numero pari alla metà dei ragazzi della squadra. Facciamo disporre i ragazzi su due lati, uno di fronte all’altro. I ragazzi su un lato fanno spuntare la testa dalla cornice di modo che il compagno di fronte abbia l’impressione di trovarsi davanti ad uno specchio. Ogni coppia deve giocare quindi al gioco dello specchio: i ragazzi posti su un lato fanno movimenti, smorfie e gesti che gli altri, nella cornice (gli specchi appunto), devono riprodurre fedelmente.
Ogni trenta secondi, all’interno delle due file, ogni ragazzo scorre, verso destra, di un posto, trovando così davanti a lui sempre persone diverse e sperimentando sia il ruolo dello specchio che del ragazzo allo specchio. Al cambio di posto corrisponde infatti un nuovo gioco dello specchio con un compagno diverso. E’ compito di chi tiene lo stand aver cura che i membri della coppia prestino particolare attenzione per i comportamenti dell’altro.

 Dizione
Ascoltare e parlare con il linguaggio giusto che imparo a scoprire attraverso la Parola che il regista mi suggerisce.

I ragazzi visionano una serie di scene di film nei più svariati dialetti italiani (es. video di Marco Papa, Lino Banfi, Massimo Troisi etc). Ogni ragazzo della squadra è invitato a replicare il video appena proiettato con l’ausilio del testo. Devono quindi avvicinarsi il più possibile alla scena, soprattutto per quello che riguarda la dizione. Il docente dello stand, con delle cuffie alle orecchie, fornisce dei suggerimenti all’attore di turno, a nome del “fantomatico” regista.

 Interpretazione
Fidarsi dell’indicazione del regista.

Il docente consegna a due componenti del gruppo un piccolo dialogo, poche battute da recitare di fronte alla squadra. Chiede quindi – si badi bene - all’orecchio degli attori di interpretarle in diverse maniere, ad esempio in maniera triste, con tono euforico, disperato, come se dovessero andare al bagno, come se fossero in pericolo… Simone Interpretazione suggerisce agli attori il tenore della scena, secondo le indicazioni che il regista gli manda in cuffia. La squadra deve indovinare qual è stata la richiesta del regista agli attori.

 Gestualità
Essere capaci di accoglienza del “nuovo” (nuovi amici, ma anche novità della vita).

La squadra si cimenta nell’ultra gettonato balletto del Pulcino Pio. Ad ogni strofa viene inserita una limitazione per lo svolgimento del ballo (es. canta come se avessi una patata in bocca oppure con le gambe legate, balla col cellulare sull’orecchio, mangiando un buondì, con la mano nell’acqua, su un piede solo etc etc.). Spazio alla fantasia!

Conclusione

Al termine di tutti gli stand ogni ragazzo avrà in mano i suggerimenti del regista per vivere al meglio gli atteggiamenti sperimentati nei giochi. Ora il gruppo è una vera compagnia, ognuno con il suo ruolo, con una parte che non può essere interpretata da nessun altro. Non ci sono né comparse né figuranti, ciascuno ricopre un’insostituibile parte da protagonista. Ma chi ci ha chiamati qui? Chi ci guiderà?
Sveliamo ai ragazzi l’identità del regista. Gesù ci invita ad essere una compagnia, per non vivere mai da soli il nostro cammino di fede. Ci guida e si prende cura di noi attori e dell’opera allo stesso tempo. Si preoccupa di ciò che viene rappresentato ma non vincola gli interpreti, anzi permette loro di dare il meglio di sé, curando nei dettagli tutto ciò che avviene sulla scena.
La compagnia ha un unico obiettivo che diventa l’obiettivo di ogni singolo attore e nello stesso tempo di tutti: annunciare che nella Chiesa c’è posto per tutti e una parte da protagonista è affidata a ciascuno.

Concludiamo la giornata con la foto della compagnia appena formata, all’inizio di questa fantastica avventura che è l’anno associativo che ci aspetta.
Predisponete uno sfondo di cartone che possa essere da cornice per la foto della compagnia e la sagoma del regista. Davanti si disporranno tutti ragazzi, ma anche il sacerdote, gli educatori, il presidente, i giovani e i giovanissimi, insomma l’intera associazione parrocchiale. Tutti insieme siamo chiamati da Gesù ad essere comunità, ciascuno con il proprio ruolo. Conoscendo le proprie capacità e mettendole a disposizione degli altri, possiamo realmente vivere la Chiesa.
Recitiamo insieme per realizzare il bene di tutti che si esprime nella buona riuscita dello spettacolo!

Allegato – i Messaggi
Memoria
Essere consapevoli dell’importanza del vissuto e, memori del passato, saper prestare la dovuta attenzione a quello che vivremo
Cari ragazzi, nell’eseguire questa prova avete imparato che nulla di ciò che avete vissuto, visto, ascoltato, va buttato via o messo nel dimenticatoio, ma va tenuto sempre a mente perché ci può aiutare nella vita presente e nelle scelte future. Nulla deve essere nascosto o chiuso in cassetto.
Mimica
Avere cura e attenzione per l’altro
Ragazzi in questa prova avete compreso quanto è importante mettersi l’uno di fronte all’altro, avere attenzione per le persone con cui condividiamo il cammino. Gli amici con cui ci relazioniamo sono gli specchi con i quali confrontarsi e crescere insieme, sono i compagni di viaggio di una tournée lunga una vita. Conoscersi è il primo passo indispensabile per volersi bene.
Dizione
Ascoltare e parlare con il linguaggio giusto che imparo a scoprire attraverso la Parola che il regista mi suggerisce.
Cari ragazzi comprendere l’altro non è mai scontato! Per superare questa prova avete dovuto mettervi in ascolto attento, senza arrendervi di fronte a ciò che all’apparenza vi poteva sembrare distante e incomprensibile. L’Amore è l’unico linguaggio giusto, per realizzarlo impariamo ad accogliere i toni e i modi dell’altro.
Interpretazione
Fidarsi dell’indicazione del regista
Cari ragazzi, ricordate che non siete mai soli a compiere la meravigliosa opera che è la vostra vita. In questa prova avete compreso l’importanza di ascoltare la mia Parola, e realizzare con impegno e fiducia i miei suggerimenti.
Gestualità
Essere capaci di accoglienza del “nuovo”
Ragazzi non auguratevi di restare sempre uguali, non cercate solo le cose che conoscete bene, che sapete a memoria. I nuovi amici, le nuove esperienze, i cambiamenti arricchiscono la nostra esperienza e ci fanno crescere. In questa prova avete sperimentato la bellezza di saper accogliere le novità… della vita!