19 dicembre 2012 ore 00.37
TRE PAZZI NEL DESERTO - Incontro di preghiera per l'Avvento
19 dicembre 2012
ore 00.37
clicca su download a fine pagina per scaricare il file pdf impaginato

TRE “PAZZI” NEL DESERTO
Incontro di preghiera – Avvento 2012
Azione Cattolica - Parrocchia Maria Ss. Madre della Chiesa - Stella

L'INVITO
Ci troviamo all'ingresso della chiesa. Un biglietto di invito attira la nostra attenzione. Siamo pronti a partire per il viaggio? Anche noi come i pastori, come i magi, siamo risvegliati dal nostro sonno e dai nostri impegni per alzare lo sguardo... una stella ci indica la via.

Guida: Non erano astrologi o cartomanti i re magi che hanno avvistato nel cielo d’Oriente una stella e l’hanno seguita. Quella volta erano proprio stupiti e sicuri: la stella che si era accesa prometteva molto di più dell’oroscopo di canale 5 delle 7 del mattino. Chiamava a lasciare comodità e sicurezze e a mettersi in viaggio. La storia veniva divisa in due da questo piccolo bambino nato a Betlemme. Augusto divideva il mondo con le sue legioni, questo bambino divideva il tempo e dichiarava definitivo quello che lui inaugurava. Andarono ad adorarlo. Erano cercatori di felicità e sapevano che la felicità è qualcosa di grande, che non è basata su aspetti magici, ma su relazioni con persone. Diceva Giovanni Paolo II ai giovani: “E' importante rendersi conto che, tra le tante domande affioranti al vostro spirito, quelle decisive non riguardano il "che cosa". La domanda di fondo è " chi": verso "chi" andare, "chi" seguire, "a chi" affidare la propria vita. Voi pensate alla vostra scelta affettiva, e immagino che siate d'accordo: ciò che veramente conta nella vita è la persona con la quale si decide di condividerla. La felicità è sempre una persona. L'uomo è fatto per la felicità. La vostra sete di felicità è dunque legittima. Per questa vostra attesa Cristo ha la risposta. Egli però vi chiede di fidarvi di Lui. La gioia vera è una conquista, che non si raggiunge senza una lotta lunga e difficile. Cristo possiede il segreto della vittoria.
Mons. Domenico Sigalini

Lettore 1: Dal libro del profeta Isaìa (60, 1-6)
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Guida: Siamo come delle radio. Dio parla, ma se non ci sintonizziamo sulla sua lunghezza d'onda non possiamo sentirlo. I magi erano persone con grandi orizzonti, persone che si facevano delle domande. Misero il loro cuore in ascolto… sulla lunghezza d'onda di Dio e colsero il suo invito nelle profezie, nelle scritture e nella stella. Erano persone che guardavano il cielo…
E noi? Riusciamo nelle nostre fatiche quotidiane, nelle nostre preoccupazioni, nei nostri desideri più veri ad alzare lo sguardo verso il Cielo, a sintonizzarci con Dio?

CANTO: DIO HA TANTO AMATO IL MONDO

IL VIAGGIO
Ci mettiamo in cammino verso il centro della chiesa. Troviamo qui una valigia, segno del viaggio verso una meta ben precisa, un viaggio fatto insieme.

Lettore 2: “Andarono senza indugio”: il primo Natale ci è testimoniato da alcune persone (i pastori) che ebbero il coraggio di lasciare il proprio gregge per vedere quanto era stato loro annunciato. I pastori sono archetipo del Natale, come i Magi. Anch'essi autori di un lungo e insidioso viaggio per seguire la rivelazione di una stella. Gente che va, gente che cammina. Sarà così anche del popolo che Gesù radunerà attorno a sé: andare dietro di Lui. Andare a Betlemme… andare dietro Cristo…andare in tutto il mondo ad annunciare. Dio ci ha dato suo Figlio, affinché ci mettiamo sulle sue orme. Il Natale si inserisce perfettamente in quel cammino che l'uomo fa alla ricerca di un senso per la propria vita. Ognuno ha dentro questa "domanda" di senso… anche se la civiltà di oggi è riuscita a assopirla in molti di noi. Vediamo attorno a noi tanti che vivono una sorta di allegra disperazione quotidiana: una vita sovrabbondante, eppure senza fondamento. Ricca di confort, eppure sconfortata interiormente. Forse anche noi cristiani siamo regrediti allo stadio di semplici "viandanti". Un andare e un camminare cioè senza una meta precisa. Un essere sbattuti sulla strada a vivere alla giornata in attesa che il domani sia migliore. Il viandante è l'instabile per eccellenza. Quella del viandante, a essere onesti, non è nemmeno una vita avventurosa, tanto osannata dalla mentalità contemporanea: perché ci sia avventura è necessario aspettare qualcosa o qualcuno. È necessaria una meta per organizzare l'avventura. Il viandante ha fatto del vagare il suo unico dio. Natale non è la conquista (assai improbabile) di una meta da parte del viandante. È piuttosto il DONO di una meta al viandante che così diventa "pellegrino". Non tu vai da Dio, ma Dio viene da te. Natale è l'annuncio di una discesa, laddove le altre religioni sono un vano tentativo di salita. E in questo andare dei pastori e dei Magi, la via su cui camminare è Dio stesso…
(tratto dal libro "L'essenziale è visibile" di Agostino Clerici)

Lettore 3: Se fossi uno degli Undici, ai quali Gesù nel giorno dell'Ascensione disse: «Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura... mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, fino agli estremi confini della terra», io, dopo essere andato a salutare Maria, la Madre, nell'atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa prenderei con me? Anzitutto, il bastone del pellegrino. Poi la bisaccia del cercatore. E nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago, un ciuffo d'erba del monte, un frustolo di pane (di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo), una scheggia della croce, un calcinaccio del sepolcro vuoto. Me ne andrei così sulle strade del mondo, col carico di questi simboli, intesi non tanto come «souvenirs» della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti degli «estremi confini della terra».
(tratto da “Nella casa comune, compagni dell'uomo, testimoni dello Spirito” di don Tonino Bello)

GESTO: ognuno lascia qualcosa di suo nella valigia come segno della scelta del pellegrinaggio, del voler andare, insieme, verso la meta: l'incontro con Gesù. Portiamo poi la valigia con noi.

CANTO: VIENI E SEGUIMI

LA STELLA
Ci spostiamo sotto l'immagine di Maria.

Guida: Il Signore manda la sua stella a guidare i Magi. Così nella ricerca di Gesù, noi abbiamo una “stella” che ci guida e ci accompagna, un esempio da seguire, una bussola per non perdere la rotta anche quando il viaggio si fa impervio. Maria è la donna dell'abbandono fiducioso, del coraggio dato dall'Amore e della forza data dalla fede. Il suo Sì sia anche il nostro Sì.

Preghiamo insieme con le parole del Magnificat:
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

CANTO: AVE MARIA o in alternativa ECCO IL NOSTRO SI'

Si accendono dei lumini per far luce al cammino e ci si sposta davanti all’altare dove ognuno lascia la propria candela.

LA META

Guida: come i Magi davanti al Bambino, anche noi restiamo davanti a Gesù. Lo stupore di questo incontro sempre nuovo rischiari il nostro sguardo, la pace di un bambino tra le braccia della mamma sia la pace del nostro cuore, la tenerezza del suo sguardo risvegli il nostro amore verso chi ci è vicino.

Esposizione del Santissimo Sacramento e Adorazione Eucaristica

Dal vangelo di Matteo (2, 1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

RIFLESSIONE SUL VANGELO
A Natale è Dio che cerca l'uomo. All'Epifania, è l'uomo che cerca Dio. Ed è tutto un germinare di segni: come segno Maria ha un angelo, Giuseppe un sogno, i pastori un Bambino nella mangiatoia, ai Magi basta una stella, a noi bastano i Magi. Perfino Erode ha il segno: dei viaggiatori che giungono dall'Oriente, culla della luce, a cercare un altro re. Perché un segno c'è sempre, per tutti, anche oggi. Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spesso ancora si tratta di persone che sono epifanie di bontà, incarnazioni viventi di Vangelo, che hanno occhi e parole come stelle. L'uomo è la stella: «percorri l'uomo e troverai Dio» (sant'Agostino). Perché Dio non è il Dio dei libri, ma della carne in cui è disceso.
Come possiamo diventare anche noi lettori di segni, e non scribi sotto un cielo vuoto?
I. Il primo passo lo indica Isaia: «Alza il capo e guarda!». La vita è estasi, uscire da sé, guardare in alto; uscire dal piccolo perimetro del sangue verso il grande giro delle stelle, dalle mille sbarre dietro cui si rinchiude e si illude il Narciso che è in me, verso l'Altro. Aprire le finestre di casa ai grandi venti.
II. Mettersi in strada dietro una stella che cammina. Per trovare Cristo occorre andare, indagare, sciogliere le vele, viaggiare con l'intelligenza e con il cuore. Cercare è già un po' trovare, ma trovare Cristo vuol dire cercarlo ancora. «Andando di inizio in inizio, per inizi sempre nuovi» (Gregorio di Nissa). Andando però insieme, come i magi: piccola comunità, solitudine già vinta; come loro fissando al tempo stesso gli abissi del cielo e gli occhi delle creature.
III. Non temere gli errori. Occorre l'infinita pazienza di ricominciare, e di interrogare di nuovo la Parola e la stella, non come fa uno scriba, ma come fa un bambino. Come guarda un bambino? Con uno sguardo semplice ed affettuoso.
IV. Adorare e donare. Il dono più prezioso che i Magi possono offrire è il loro stesso viaggio, lungo quasi due anni; il dono più grande è il loro lungo desiderio. Dio desidera che abbiamo desiderio di lui. «Per un'altra strada ritornarono al loro paese». Anche il ritorno a casa è strada nuova, perché l'incontro ormai ti ha fatto nuovo: «Cercatore verace di Dio è solo chi inciampa su una stella, scambia incenso ed oro con un ridente cuore di bimbo e, tentando strade nuove, si smarrisce nel pulviscolo magico del deserto...» (D.M.Montagna).
Padre Ermes Ronchi

Guida: Portiamo davanti a Gesù i doni che i magi gli offrirono al loro arrivo a Betlemme:
 l'oro è il segno della regalità di Gesù. Per abitare il suo regno già ora, già qui, siamo invitati a percorrere la via delle beatitudini; siamo invitati a tessere relazioni vere, a vivere la comunione con tutti, a spenderci in prima persona per la giustizia sociale. Chiediamo al Bimbo che nasce nel nostro cuore il coraggio di osare;
 l'incenso è il segno della consacrazione e della preghiera. Lasciamo spazio nel nostro cuore al dialogo con Dio, offriamo a lui ogni giorno le nostre gioie e le nostre preoccupazioni perchè tutto in Lui trovi il suo senso più vero;
 la mirra è il segno della sofferenza di Cristo. L'amore più grande è offrire la propria vita, il proprio tempo, come dono totale e gratuito a chi ci è vicino. Solo questo rende possibile la resurrezione del cuore dell'uomo. La resurrezione di Gesù passa per un grande dolore che diventa il più grande atto d'amore della storia.

Vengono portati davanti all'altare i tre re magi o i simboli rappresentati.

Guida: ciascuno può offrire liberamente a Gesù Eucarestia la propria preghiera.

REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO

CANTO: PANE DI VITA

BENEDIZIONE DEL SACERDOTE

CANTO FINALE:
POPOLI TUTTI