13 giugno 2007 ore 00.08
Una scatola di baci - momento di preghiera per Giovanissimi
13 giugno 2007
ore 00.08

Giovanissimi di AC
29 maggio 2007

La scatola dei baci

Al centro del gruppo, riunitosi in cerchio in un ambiente accogliente, viene posta una grande scatola colorata. Si curi particolarmente la musica di sottofondo e l’illuminazione dell’ambiente.

Per pensare…
La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni per la perdita di un oggetto di valore ed il denaro in quel periodo era poco. Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina portò un regalo e disse: "Papà è per te".
Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che dentro non c'era nulla. Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?".
La bimba lo guardò dal basso verso l'alto e con le lacrime agli occhi disse:
"Papà,... non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo".
Il padre si sentì annientato. Si inginocchiò e mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese perdono.

Dal vangelo di Luca (19, 1-10)
Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»

Spunti per la riflessione
Gesù ci chiama per nome, sa chi siamo e vuole incontrarci… così come siamo.
Ci invita a riconoscere i nostri limiti, le nostre povertà… la nostra storia.
E come ha fatto con Zaccheo ci invita ad accoglierli per dare loro un nuovo senso.

Gesto: viene aperta la scatola davanti al tabernacolo
Possiamo offrire questo anno trascorso insieme con tutto quello che c'è stato. ciascuno può "riempire" la scatola di ciò che vuole, con cose tristi o cose belle. Non importa. Una scatola non mette via nulla. Essa diventa parte del bagaglio personale di ciascuno e di tutto il gruppo. Sia che scegliamo di tenerla, sia che scegliamo di buttarla via…Un anno di esperienze insieme viene condiviso, offerto, regalato agli altri e a Dio.

Condivisione della scatola… ciò che è stato messo nella scatola viene condiviso con il gruppo

…. Dallo sperimentare l’accoglienza nel gruppo all’impegno dentro e fuori dal gruppo…

Chi ha sperimentato l’amore, chi ha condiviso con altri un’esperienza forte in cui è possibile riconoscere l’amore di Dio, sente il bisogno di impegnarsi perché quanto vissuto possa essere conosciuto, scoperto da tutti.
Insieme:
Ci impegniamo noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo
senza pretendere che altri s’impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s'impegna,
senza accusare chi non s'impegna,
senza condannare chi non s'impegna,
senza disimpegnarci perché altri non s'impegnano.
Ci impegniamo
perché non potremmo non impegnarci.
C'è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una volta sola
e non vogliamo essere "giocati"
in nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l'uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.
Ci interessa perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l'amore.
Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c’è insieme a una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’amore.
Ci impegniamo
perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci per sempre.
(don Primo Mazzolari)