30 agosto 2008 ore 17.55
VITAMINA R3 - Coinvolgere i ragazzi: dalle tecniche di animazione ai rapporti con le famiglie
30 agosto 2008
ore 17.55
DIiocesi di Ascoli Piceno - PERCORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI ACR -
Vitamina R3  - “Coinvolgere il ragazzo: dalle tecniche di animazione al rapporto con le famiglie…”


Le fonti: “Apostolicam Actuositatem” Decreto conciliare sui laici, n. 30
• “E’ necessario,inoltre, educare i fanciulli in modo che, oltrepassando i confini della famiglia, aprano il loro animo alle comunità sia della Chiesa che temporali. Vengano accolti nella locale comunità parrocchiale in maniera tale che acquistino in essa la coscienza di essere membri vivi e attivi del popolo di Dio”
Il protagonista in ACR: IL RAGAZZO
• L’ACR sceglie un itinerario formativo che riconosce la piena soggettività dei ragazzi e li educa ad essere protagonisti della loro vita e crescita nella fede.
• Pensare un itinerario formativo davvero attento al protagonismo dei ragazzi vuol dire essere disposti continuamente a provocare e farsi provocare dalle domande di vita di cui i ragazzi sono portatori, vuol dire saper mettere l’accento sulla capacità di accogliere ed ascoltare più che di assecondare o frettolosamente rispondere: ragazzi protagonisti richiedono educatori capaci di accettare o, talvolta, di saper semplicemente rimanere nelle domande.
• Dalla relazione di Mario Agnes alla quarta assemblea nazionale (25-28 settembre 1980)
L’ACR resta una delle più acute intuizioni dello Statuto del 1969, scaturita dalla geniale convinzione che il ragazzi è già oggi – e non soltanto domani – protagonista di storia. L’ACR: questo costante darsi senza ritorno perché il mondo dei ragazzi sia scoperto già nelle ricchezze del presente e non soltanto nelle potenzialità per il futuro, sia rispettato, sia amato, sia cointeressato. Ciò, però, per essere seriamente realizzato esige un pieno coinvolgimento delle famiglie e forti vocazioni educative. L’ACR è, infatti, l’insieme armonioso di questi tre elementi: ragazzo, famiglia, educatore.
Il metodo: come essere coinvolgenti?
• E’ bello andare all’ACR. La scommessa è proprio questa: far emergere dall’esperienza associativa la bellezza dell’esperienza cristiana. Elaborare e offrire una proposta formativa bella non è una questione di marketing: l’esperienza associativa è bella per i ragazzi se risulta significativa per la loro vita, capace cioè di dare risposte personali ai bisogni umani e di fede dei ragazzi. E soprattutto lo è se lo sa fare attraverso testimonianze ed esperienze concrete della speranza cristiana.
Il metodo: spieghiamoci meglio…
• La bellezza della proposta è fortemente legata alla sua capacità di coinvolgimento di tutti gli aspetti della vita dei ragazzi a 360 gradi. Rendere bella l’esperienza in ACR significa parlare alla profondità dei ragazzi, per fare emergere e realizzarne tutte le loro potenzialità.
• La proposta ACR coinvolge dunque tutta la vita dei ragazzi attraverso un itinerario formativo strutturato, organico e dinamico, capace di mettersi in dialogo con i ragazzi e di integrarsi con le realtà locali.
• La proposta formativa dell’ACR è bella perché sa usare in modo appropriato, ponderato e intelligente gli strumenti di comunicazione (la musica, i colori, i linguaggi) più adatti per realizzare gli obiettivi formativi. Riconosciamo però il primario valore della relazione umana come mezzo di comunicazione, attraverso la testimonianza incarnata della Speranza cristiana, tanto più necessaria quando i destinatari dell’Annuncio sono i piccoli della comunità. Ecco allora che la proposta associativa, che per i ragazzi si gioca tra l’animazione e la formazione si presenta come esperienza bella, piena di vita, ricca di contenuti e, soprattutto, di relazioni.
• Stabiliamo relazioni belle e significative con i ragazzi, ma anche con le loro famiglie, affinché sentano che veramente teniamo a loro.
Su quali aspetti ci soffermiamo?

• RELAZIONI: il ragazzo, il gruppo, le famiglie.
• ESPERIENZE: quali?
• COMUNICAZIONE: il linguaggio, le tecniche.

RELAZIONI con… il ragazzo
• Valorizzare (le capacità)
• Gratificare (e basta ai rimproveri!)
• Indicare Gesù (non noi stessi)
• Condividere (la vita associativa nella vita ecclesiale)

RELAZIONI con… il GRUPPO
Una questione di stile…
L’AUTORITARIO
1. Nella discussione propone la soluzione, riassume quelle degli altri con parole sue, rimprovera e ammonisce.
2. EFFICIENZA alta, gratificazione dei ragazzi NULLA. Si crea aggressività
3. È fonte di insicurezza e stimola l’allontanamento dal gruppo…
IL LASSISTA
1. Si assenta e non propone soluzioni
2. Lascia piena libertà di decisione al gruppo e non partecipa nel lavoro insieme.
3. Produce la distruzione del gruppo (energie vanificate e malcontento) insieme alla frustrazione dei membri (tendenza alla formazione di leaders).
IL DEMOCRATICO
• Stimola la discussione e rilancia le proposte dei ragazzi, chiede e discute.
• E’ meno efficiente dell’AUTORITARIO ma la gratificazione dei ragazzi è MAGGIORE. Il gruppo è più costante, più motivato, più creativo. Cresce il sentimento del “noi”.
• Conduce un normale cammino di gruppo e suscita interesse e partecipazione.

RELAZIONI…con la famiglia
Una questione di scelte…
Dove ci collochiamo? Ecco alcuni atteggiamenti diffusi:
L’INDIPENDENZA…
- Non è compito nostro…
- Facciamo già tanta fatica con i ragazzi…
- Rapporto di contrapposizione…
- Mi “fa pena” quella situazione…
L’indipendenza: NOCIVA!
RAPPORTO INFORMATIVO
- Contatti telefonici…
- Lettere…
- Informazioni a Messa…
- Passavoce…
UN SISTEMA SUPERATO?
CONDIVISIONE
• Relazione
• Conoscenza personale
• Contatti e visite informali
• Coinvolgimento in gruppi
• Valorizzazione di passioni e competenze
• LA BUONA OPINIONE…
Tra ACR e famiglia è fondamentale la collaborazione. Una collaborazione fatta di ascolto reciproco e confronto. Vari possono essere i momenti di incontro durante l’anno: da una riunione in parrocchia, ai contatti personali, alle proposte diocesane. L’ACR riconosce nella famiglia la prima educatrice e si pone al servizio di essa per costruire una relazione di nutrimento per il cammino di fede dei bambini e ragazzi. L’ACR si fa ponte tra la famiglia e la Chiesa locale (ponte… non parcheggio). Pertanto, il sentimento di base tra educatori e genitori vuole essere quello della corresponsabilità per scoprirsi dono e porsi come dono per gli altri.

ESPERIENZA
I nostri gruppi siano esperienza di…
• Esperienza di relazione con gli altri membri del gruppo
• Esperienza di relazione con l’educatore
• Esperienza di valori
• Esperienza di festa
• Esperienza di fede e preghiera
• Esperienza di impegno
• Esperienza di coscientizzazione (motivare ciò che si fa attraverso la discussione)
• Esperienza con l’ambiente esterno al gruppo

COMUNICAZIONE e/è RELAZIONE
• Partiamo da un presupposto: ogni messaggio coinvolge a due livelli distinti e interdipendenti: i contenuti e le relazioni interpersonali.
• Una comunicazione dal contenuto inequivocabile viene travisata perché si innesta su una relazione “disturbata”.
• Per l’efficacia del messaggio diventa necessario curare la qualità delle relazioni, costruire uno spazio relazionale nel quale i contenuti trovino facile dimora.

Comunicare…attenzioni varie…
Attenzione alla valenza suggestiva della parola:
• D’apertura…(uso del “non”: non ti annoierò, Oppure: “disturbo?”)
• Di percorso…(problema, difficoltà, sbaglio)
• L’uso impulsivo del no.
• Suggestione di dubbio (spero, cercherò, forse…).
Preferiamo Invece…
• Uso del Noi
• Parole a suggestione positiva (sempre sicuramente…)
• Uso del presente e futuro

Comunicare…e le dinamiche di gruppo!
Ecco alcuni esempi di dinamiche che si innestano su i nostri gruppi:
• Teoria dei sistemi familiari (dalla famiglia al gruppo). Gli stessi meccanismi psicologici che regolano il rapporto tra i membri della famiglia possono essere riportati in altre forme di gruppo. L’educatore che rappresenta la figura paterna, gli altri ragazzi che possono essere a livello emotivo sovrapponibili ai fratelli. Naturalmente le forme di conflittualità paterna si riverberano nel comportamento nel gruppo…
• Le triangolazioni (l’escluso). Una interdipendenza di alleanze ed estromissioni che può essere rappresentata da un triangolo. AB si relazionano e C è escluso. Allora A cerca di recuperare il rapporto con C e B si sente escluso….e reagirà sentendosi molto vicino ai bisogni di C. A quel punto A sarà escluso…
• La formazione del capro espiatorio (interno, esterno al gruppo)
È la coalizione di alcune persone nei confronti di un singolo che diventa suo malgrado e, spesso senza consapevolezza, lo schermo sul quale vengono proiettate e scaricate tutte le aggressività, tutti i dissapori e i rancori presenti nel gruppo. Il capro espiatorio in quel caso diventa, patologicamente, funzionale alla sopravvivenza del gruppo stesso. Il gruppo diventa dipendente dall’esistenza del capro espiatorio.

Comunicare: le tecniche
Ecco alcune semplici attenzioni da tenere ogni qualvolta ci accingiamo a preparare (o a verificare) un’attività:
1. Programmare la gestione delle energie (in quantità e tipologia) del ragazzo
2. Partecipazione attiva del ragazzo
3. Verifica e discussione
4. Risultati aperti
5. Interattivittà (o della valorizzazione delle energie)
6. Competitività e collaborazione
7. FASCINO

Come Gesu’... Lc.24,13-35
• Si accostò
• Camminava con loro
• Chiede cosa turba i discepoli
• Li corregge, fraternamente
• Spiega le Scritture
• Resta con loro, di notte…
• Spezza il pane
• Svanisce alla loro vista