18 febbraio 2023 ore 16.35
Vita Parrocchiale
- 60° Sacerdotale don Bernardo - Celebrazione di Ringraziamento 26/02/2023 --- FOTo Priscilla --
Don Bernardo Domizi
18 febbraio 2023
ore 16.35

  - 60° Sacerdotale don Bernardo - Celebrazione Eucaristica di Ringraziamento 26/02/2023 ore 11,15 presso Chiesa Parrocchiale di Stella  -

 - Concelebrano il Vescovo Giampiero e Sacerdoti

   Il Parroco Don Andrea

Tutta l'Azione Cattolica Italiana della Diocesi di Ascoli Piceno festeggia il caro don Bernardo Domizi nel suo 𝟲𝟬° 𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗲𝗿𝗱𝗼𝘇𝗶𝗼.
💙💛
In questi anni ha sempre risposto "presente" ai nostri inviti, ha accompagnato il cammino di crescita umana, di fede e associativa di un Responsabile ACR nazionale, di un Presidente diocesano, di un Vicepresidente diocesano, di moltissimi Consiglieri diocesani, di centinaia di ragazze e ragazzi, giovanissimi, giovani ed adulti di AC, si è preso cura di due sacerdoti Assistenti diocesani di settore e da ultimo del sacerdote Assistente generale.
Un operato, il suo, che da sempre ha superato il confine spaziale della parrocchia e temporale del suo servizio.
𝑬𝒗𝒗𝒊𝒗𝒂 𝒅𝒐𝒏 𝑩𝒆𝒓𝒏𝒂𝒓𝒅𝒐!

 

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Da L'umo vivo annodiv V n° 2 pro manoscritto  

-Fedele per sempre - di Mara Schiavi

Quando ci si scambia una promessa d’amore,
come in un vortice, tutto il senso della propria vita
va a racchiudersi nel cerchio di un anello dove è
scritto un nome che spalanca le porte dell’eterno.
Una data tatuata nel cuore ricorda quella
promessa e lo scorrere del tempo, istante per
istante, la rende viva. Cinquanta anni sono forse
tanti ma si racchiudono facilmente nel palmo di una
mano come quando si vuole custodire qualcosa di
speciale. Si tengono stretti tra le dita con
l’attenzione a non sciuparli, perché una volta
riaperta la mano voleranno di nuovo, come farfalle
libere, piene di colori e di sfumature, a posarsi con
delicatezza sui mille fiori variegati e profumati che
sono gli uomini, le persone, lungo le strade della
vita. Non un anello, ma una stola ed un grembiule,
come ci suggerisce la suggestiva immagine di don
Tonino Bello, sono i segni del sacerdozio, il
matrimonio con Cristo.
Il 26 febbraio scorso abbiamo festeggiato con
don Bernardo il suo cinquantesimo anno di
ordinazione sacerdotale. Una gioia vera, sincera ed
un grande senso di gratitudine hanno attraversato
le strade del paese e le porte della parrocchia per
innalzarsi fino a Dio.
Abbiamo pregato insieme, ci siamo raccontati e
riscoperti una comunità in grado di sognare, di
guardare al futuro grazie soprattutto alla
testimonianza quotidiana del nostro don Bernardo.
La partecipazione alla S. Messa del 3 marzo,
alla presenza del vescovo Silvano Montevecchi, è
stata un’esplosione di emozioni tradotte
festosamente nei fuochi d’artificio di fine serata.
Mani strette, abbracci, sorrisi e lacrime, hanno
trasmesso a don Bernardo tutto il calore e l’affetto
che merita, e lui, letteralmente inebriato, non di
certo dal vino dei festeggiamenti ma dall’amore
della sua comunità, continua ad offrirci la sua
felicità contagiosa.
Nella serata di giovedì 28 febbraio, passandoci
di mano in mano, il testimone delle chiavi della
parrocchia, abbiamo condiviso con tanti amici il
vissuto di questi cinquanta anni insieme e ci siamo
trovati a spezzare il pane della fraternità,
riscoprendolo estremamente gustoso. I ricordi non
si sono chiusi nel passato ma sono diventati lievito
per un futuro da costruire insieme, per una
comunità aperta, accogliente, stretta intorno
all’Eucarestia: questo il sogno di don Bernardo che
ci ha svelato commosso a fine serata.
Una nota di merito va alla mostra fotografica
allestita in chiesa, che, con degli scatti vivi ed
originali, ha ricostruito la vita di don: tanti incontri,
relazioni e progetti la cui anima non resta dentro
un flash ma alimenta ancora il quotidiano dell’uomo
-sacerdote e della sua comunità.
E tutto lascia ben vedere quella stola
sacerdotale con cui don Bernardo ogni giorno
rende grazie a Dio per il suo ministero e
arricchisce la nostra vita personale nella messa
domenicale e nel dono dei sacramenti a cui mai si è
tirato indietro.
E' altrettanto ben evidente quel grembiule del
servizio indossato idealmente in ogni suo gesto di
accoglienza, in ogni sua parola buona per tutti, nella
sua vicinanza agli ultimi, ai piccoli, agli anziani, agli
ammalati, nella libertà delle relazioni, nel non voler
mai legare nessuno a sé ma a Gesù.
Grazie don Bernardo per ciò che sei, per il Dio
che ci permetti di vedere, per ciò che siamo noi
anche grazie a te. Con le parole di un anonimo
medievale tutti ti rinnoviamo di cuore i nostri auguri
per un servizio fatto di amore e carità.
Un prete deve essere contemporaneamente
piccolo e grande, nobile di spirito come di sangue
reale, semplice e naturale come ceppo di
contadino, una sorgente di santificazione, un
peccatore che Dio ha perdonato, un servitore per i
timidi e i deboli, che non s'abbassa davanti ai
potenti, ma si curva davanti ai poveri, discepolo del
suo Signore, capo del suo gregge, un mendicante
dalle mani largamente aperte, una madre per
confortare i malati, con la saggezza dell'età e la
fiducia d'un bambino, teso verso l'alto, i piedi a
terra, fatto per la gioia, esperto del soffrire, lontano
da ogni invidia, lungimirante, che parla con
franchezza, un amico della pace, un nemico
dell'inerzia, fedele per sempre

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Don Bernardo si racconta  - Alcune domande al nostro parroco, per ripercorrere la sua e nostra storia

di Sabrina Stazi

Caro Don Bernardo, il 26 febbraio abbiamo
festeggiato i tuoi 50 anni di sacerdozio, 47 dei quali
li hai trascorsi con noi, nella nostra parrocchia. In
questi anni ci sei stato vicino, molti di noi li hai visti
nascere e crescere, hai celebrato i nostri
sacramenti, condividendo gioie e dolori. Ma quanto
sappiamo noi di te? Quanto realmente conosciamo
il sacerdote-uomo che è in te? Vogliamo cogliere
questo momento di festa per il tuo 50° anno di
sacerdozio come un’opportunità per continuare a
prendere ancora tanto da te, attraverso le tue
esperienze di vita. Ti rivolgiamo alcune domande
sperando che tu voglia offrirti a noi, ancora una
volta, così come hai fatto sin ora, con sincerità e
amore.
-
Sappiamo che sei entrato in seminario molto
giovane. Con il cuore tenero di un bambino hai
accolto la chiamata di Dio, ma poi sei cresciuto...
quando hai sentito che la tua vocazione era davvero
matura? Cosa ti ha convinto definitivamente?

Sono entrato in seminario a dodici anni per
frequentare la prima media ed arrivare poi fino al
liceo classico. Ero un tipo abbastanza irrequieto e
sono stato sul punto di essere mandato a casa più
di una volta! Il Signore voleva che mi mettessi al suo
servizio e dopo molta preghiera davanti al
Tabernacolo, a fine liceo classico, ho deciso di
donare totalmente la mia vita a Lui. Avevo vent’anni.
La maturazione è avvenuta con gli studi teologici,
l’esempio di sacerdoti santi e la direzione spirituale.
Eravamo entrati in trenta ragazzi ed il
26/02/1963 siamo diventati sacerdoti in tre!
-Sei stato mandato in questa neo parrocchia
dopo pochi anni dalla tua ordinazione. Quali
sentimenti ti hanno accompagnato fin qui, oltre alla
curiosità e all’entusiasmo di fare qualcosa di nuovo?

Forse un po' di incoscienza giovanile! Sei
sacerdoti avevano rifiutato prima di me! Sono stato
sorretto dalla vicinanza di persone veramente sagge
che mi hanno guidato e dalla grande voglia di essere
dono per gli altri.
-Immaginavi di rimanere in questo luogo così a
lungo? Quello che è oggi la nostra parrocchia
rispecchia ciò che tu immaginavi di contribuire a
realizzare? Quali idee-progetti hai ancora per il
futuro della parrocchia?

Non era assolutamente immaginabile poter
rimanere tutto questo tempo a Stella. Per ben due
volte mi è stato chiesto di andare in altre
parrocchie. A farmi restare a Stella c’è sempre
stata la volontà di mia madre. Per me parroco c’è
sempre il desiderio di portare le anime in Paradiso,
poi si scelgono i mezzi che vanno sempre rinnovati.
Fare le cose materiali è abbastanza facile, c’è
sempre la collaborazione dei fedeli; per le cose
spirituali occorre pregare e sacrificarsi un po’ di più.
Il Cuore lo cambia solo il Signore. Un impegno per il
futuro della parrocchia è quello di migliorare
sempre l’aspetto liturgico - catechistico -
sacramentale per “camminare, costruire e
confessare” come ci ha ricordato Papa Francesco.
Per la parte strutturale del complesso parrocchiale
c’è da realizzare, negli anni futuri, un salone grande
per la comunità, sale per le riunioni e spazi per le
attività ricreative. Essere rimasto quarantasette
anni a Stella è stato un dono grande per me da
parte del Signore.
-Qualche rimpianto? Qualche rimorso? Cosa non
rifaresti?

Sono abituato a guardare sempre avanti senza
rimpianti per migliorare le cose sbagliate fatte.
Molte volte ho dovuto abbandonare progetti di
lavoro, cambiarli per migliorarli.
-Nella tua vita di sacerdote, quale è stata la cosa
più difficile che hai dovuto fare?

Saper gestire bene i tempi tra lavoro
prettamente laico (occupazione per le cose della
terra, interessi umani) e realtà spirituali.
-Gesù sulla croce dice “Mio Dio, mio Dio, perché
mi hai abbandonato?” A te è mai capitato di non
sentire più la voce di Dio? E se si, quali sentimenti ti
hanno accompagnato, quali pensieri? Cosa o chi ti
ha aiutato?

Nelle difficoltà mi sono tuffato nella preghiera e
nelle attività prettamente sacerdotali. L'aiuto più
grande è venuto dalla vicinanza di sacerdoti santi
per il loro vissuto, la confessione settimanale, la vita
con la gente e la Santa Messa quotidiana.
-Ti aspettavi un affetto così grande da parte di
noi parrocchiani, dimostrato con tanta gioia in
occasione della festa per il tuo 50° di sacerdozio?

Lo speravo e lo sognavo, ma viverlo è tutta
un’altra cosa! Constatare, sperimentare e vivere il
bene ricarica fortemente per continuare con
impegno il servizio sacerdotale. Grazie, grazie
dell’amore che mi volete e mi avete manifestato, ve
ne voglio tanto, tantissimo anch’io cari Stelloni e Stellone