18 febbraio 2016 ore 16.09
Parrocchia
18 febbraio 2016
ore 16.09

La chiesa parrocchiale

MARIA Ss. MADRE DELLA CHIESA
- Data di erezione 01/01/1966
- Dedicata il 08/05/1971
- Con il titolo MARIA Ss. MADRE DELLA CHIESA
- Vicaria S. GIACOMO DELLA MARCA - VALLATA DEL TRONTO
- Comune MONSAMPOLO DEL TRONTO
- Provincia ASCOLI PICENO
- Estensione geografica in kmq SETTE CIRCA
- Abitanti 3.500 (3.150 di fede cattolica e 350 di altre fedi).


 

Sfoglia online il racconto dei primi 50 anni della parrocchia:

Cinquantesimo (1966-2016)

Breve storia (vicende storiche principali dall'erezione sino al presente)

La Chiesa Parrocchiale porta il titolo di Maria Ss. Madre della Chiesa; tale titolo così onorifico fu attribuito a Maria nel corso del Concilio Vaticano II e la Chiesa in suo onore fu eretta a perpetuo ricordo delle celebrazioni del Congresso Eucaristico regionale conclusosi in Ascoli il 15 maggio del 1966.
I lavori di costruzione ebbero inizio il 27 luglio 1968, con la posa della prima pietra da parte di S.E. Mons. Marcello Morgante, Vescovo Diocesano, fu consacrata dallo stesso Presule 08 maggio 1971. L'edificio si presenta come una grande stella con punte tronche completamente realizzate in cemento armato, tutto il cemento armato è a faccia vista, compreso altare, seggio, ambone, battistero. Le travi della volta convergono al centro creando un piacevole particolare estetico. La Chiesa dominata da una cuspide ardita e dotata di un ampio portale e sagrato che si aprono sull'adiacente piazza e creano una potente attrattiva spirituale. I vari edifici eretti nel perimetro ad uso pastorale la fanno ritenere una delle più riuscite Chiese della Vallata del tronto, validamente concepita per ospitare le 3500 persone che compongono oggi la parrocchia.


La superficie della Chiesa è di 689 mq., della Cappella invernale 47 mq., del Sagrato 76 mq., per un totale di 812 mq.

Sfoglia online il racconto dei primi 25 anni della parrocchia:

Venticinquesimo (1966-1991)

BREVE STORIA  (Da https://www. Habitualtourist.com) Monsampolo del Tronto Stella di Monsampolo

Parrocchia Maria Santissima Madre della Chiesa

Posta al centro del moderno insediamento di Stella di Monsampolo, lungo la bassa vallata del Tronto, domina una grande piazza adiacente alla strada statale Salaria.
Poco dopo il passaggio delle istituzioni religiose monsampolesi dalla diocesi di Teramo a quella di Ascoli, si nota la necessità di costituire una nuova parrocchia nel fondovalle, dove la frazione di Stella aveva registrato importanti tassi di crescita della popolazione. La nuova parrocchia viene costituita nel 1966, subito dopo il "Congresso Eucaristico Diocesano", del quale avrebbe dovuto portare il ricordo. Viene quindi scelto il nome di Maria Santissima Madre della Chiesa, in onore del Concilio Vaticano II, ora la comunità aveva bisogno di un nuovo centro spirituale. Inizialmente si utilizzava come sala celebrativa un capannone, subito dopo l'arrivo del nuovo parroco nel 1967, Don Bernardo Domizi da Offida, si decise di costruire una sala parrocchiale, da adibire a oratorio in attesa di una vera chiesa. I lavori per la sala furono rapidi, intanto si andavano reperendo gli ultimi fondi per la nuova parrocchiale. Superate le iniziali divergenze su dove far sorgere la chiesa, se da un lato o dall'altro del fosso di San Mauro, il cantiere iniziò nel 1968. Una solenne cerimonia sarà allestita per la posa della prima pietra, dove partecipò il vescovo di Ascoli: Marcello Morgante. Sarà completata tre anni più tardi e consacrata sempre dal vescovo, con una cerimonia che ebbe grande risalto. Negli anni a seguire viene anche arricchita della mobilia e delle opere d'arte, tra queste la statua lignea della titolare, realizzata dallo scultore altoatesino Giuseppe Stuffleser e collocata nella chiesa nel 1975. Inoltre, il lampadario artistico installato nel 1983, progettato dall'architetto Carlo Santanchè e realizzato dal veneziano Roberto Brutesco. Sempre nello stesso anno si dota di un crocefisso del grottammarese Ubaldo Ferretti, infine del tabernacolo in legno doratO di Calvino Binni. Nel 1997 la cuspide diviene instabile e si decide di rimuoverla, ne viene posizionata una nuova nel 2000.
La chiesa è piuttosto ampia e può contenere fino a 3500 persone, ha una pianta a stella con le punte tronche, progettata dall'Ing. Arduino Caioni, originario di Stella, mentre i lavori saranno eseguiti dall'impresa dell'Ing. Gaetani. Si compone di una struttura in cemento armato lasciata a vista e da mura in mattoni. L'ingresso avviene tra i due bracci della stella rivolti a meridione, un'ampia tettoia copre il sagrato che introduce ai tre ingressi, molto ampio è quello centrale, al di sopra corre una fila di finestre rettangolari. Il bordo della tettoia si raccorda all'edificio in corrispondenza di una fascia strutturale in cemento, che corre lungo tutta la struttura, dividendola in due nel prospetto dell'altezza. Sopra la tettoia invece si alza un'ampia vetrata, separata da pilastri, che ha una conclusione in alto di forma triangolare, dietro la punta si alza un pinnacolo in metallo, sormontato da una croce, che si alza al centro del tetto. Qui, sono istallate le campane elettroniche dal 1979. Ai lati si possono notare degli ampi finestroni con una struttura metallica ad esagoni, che contribuiscono ad illuminare l'interno.
L'esterno lascia visibile la struttura in cemento, che sul tetto converge verso il centro della volta, intonacate sono invece le mura, ad esclusione del presbiterio dove un motivo di piastrelle sui toni di giallo, riveste le pareti. In alto si vede l'affresco dell'annunciazione, realizzato tra il 2012 ed il 2013, dal pittore e monaco benedettino Ruberval Monteiro Da Silva, a ricordo del cinquantenario del sacerdozio di Don Bernando Domizi e dell'erezione della parrocchia. Sul lato destro della facciata, vi sono una serie di strutture annesse alla chiesa, dove avvengono le attività parrocchiali e la casa del parroco.

 

La chiesa abaziale sussidiaria

Ss. BENEDETTO ABATE E MAURO ABATE

L'Abbazia di "S. Benedicti in Fluvio Tronto Cum Cellis et Subiacentiis Suis" risulta già eretta nel 990 come attesta il documento pontificio "Convenit apostolico moderamini" datato l'11 novembre dello stesso anno.

Questo documento è il più lontano nel tempo ed è l'unico, che ci indica con sicurezza che in questi anni tra il 941 e 990 questa Abbazia era una realtà operante.

L'Abbazia appare ancora in un elenco di Monasteri che godevano del privilegio di essere sotto la protezione pontificia e in un diploma del 1038 dell'Imperatore Corrado II, ove si conferma che detta Abbazia era sotto il raggio d'influenza dell'Abate di Monte Cassino.

Non per nulla nella prima porta di bronzo della Basilica Desideriana di Monte Cassino (del sec. XI), abbattuta durante l'ultima guerra e attualmente ripristinata, si legge che l'Abbazia di S. Benedetto presso il fiume Tronto con la cella di S. Margherita figura tra le dipendenze dell'insigne Monastero.

Da un altro documento di poco posteriore al 1045 appare che un certo Corbone, Conte della Contea Aprutina e che aveva il suo castello in una località della bassa marca denominata Fano, fece un'ampia donazione a detto Monastero.

Da questo tempo in poi i documenti pontifici e imperiali si avvicendano e integrano la storia della nostra abbazia per vari secoli.

Abbandonata dai Monaci, che vi erano vissuti fino al 1500, divenne beneficio ecclesiastico, che seguì poi le vicende comuni dello stato italiano.

Oggi la piccola Chiesa, unica superstite testimone di tanta attività, è relegata in una stretta fascia di terra tra il fiume Tronto e la nuova superstrada che congiunge l'Adriatico ad Ascoli Piceno.

Il popolo truentino accorre da sempre da ogni parte per celebrare la festa del patrono S. Mauro Abate il 15 gennaio e la seconda domenica di agosto di ogni anno, dimostrando di apprezzare una altissima tradizione di storia e di spiritualità.

Sfoglia online il libro dell'Abbazia:Cenni Biografici di S. Mauro Abate
Nato all'inizio del sec. VI da Equizio, nobile cittadino romano, fu condotto dai suoi genitori a Subiaco ove risiedeva S. Benedetto da Norcia, affinchè fosse da lui educato alla scienza e alla vita religiosa. 

Sull'esempio del santo abate fondatore e degli altri monaci, apprese quelle virtù che l'avrebbero condotto poi tanto in alto nella vita spirituale al punto che Dio gli concesse perfino il dono di operare prodigi. 

Nella sua vita, infatti, si legge che un giorno restituì sano e salvo ai genitori il loro bambino nato muto ed infelice; in altra circostanza fu visto camminare sulle acque del lago per correre e salvare l'amico Placido che stava per annegare; né minore interesse si creò attorno a lui quando un monaco goto cadde nelle acque profonde uno strumento del suo lavoro che egli recuperò prodigiosamente e quando ottenne che un monaco architetto del monastero, essendo caduto dall'impalcatura tra le macerie, restasse immune. 

La sua attività fu sempre diretta da Dio ed emerse per il suo spirito di preghiera, umiltà ed obbedienza; per obbedienza infatti, si recò in Francia nel 543 e, dedicatosi all'apostolato, vi fondò il monastero di Glanfeuil nell'anjou, facendone un centro di preghiera, di studio, di lavoro, di assistenza sociale e vi morì nel 584, glorificato da Dio, ammirato dai confratelli e dal popolo intero. Invocato contro le malattie da raffreddamento, reumatismi, epilessia, nevrosi, mal di testa offre ai credenti il conforto della fede. 

In Francia, infatti a Raimbeacourt (Douai), accanto al Santuario a lui dedicato esisteva una fonte che prendeva il suo nome e gli ammalati guariti vi appendevano le proprie grucce o altri strumenti ortopedici in segno di gratitudine. 

E' protettore dei ramai, delle malattie della mente e a volte, è raffigurato con la bilancia, le grucce e la zappa. 

La sua festa si celebra il 15 gennaio e la seconda domenica di agosto.

L'Abbazia è stata ristrutturata   fine 2019 - Riaperta al Culto il 06/01/2020.

Abbazia dei SS Benedetto e Mauro   ---  Sfoglia online il libro dell'Abbazia dei SS. Benedetto e Mauro presso il fiume Tronto dello Storico Umberto Picciafuoco