ore 11.10
Primo incontro per la Comunità Parriocchiale del Comune di Monsampolo nel Teato Comunele il giorno 20/03/2022 dalle ore 15,330 alle ore 17,30
Pubblichiamo la prima sheda per l'assemblea d
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Gruppi di discernimento
SCHEDA N. 1
Preghiera dell’Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo:
sentiamo il peso delle nostre debolezze,
ma siamo tutti riuniti nel tuo nome;
vieni a noi, assistici, scendi nei nostri
cuori:
insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire,
compi tu stesso quanto da noi richiedi.
Sii tu solo a suggerire e guidare le nostre
decisioni,
perché tu solo, con Dio Padre e con il
Figlio suo,
hai un nome santo e glorioso.
Non permettere che sia lesa da noi la
giustizia,
tu che ami l’ordine e la pace;
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
non ci influenzino cariche o persone.
Tienici stretti a te col dono della tua
grazia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Fa’ che riuniti nel tuo santo nome,
sappiamo contemperare bontà e
fermezza insieme
così da far tutto in armonia con te,
nell’attesa che, per il fedele compimento
del dovere,
ci siano dati in futuro i premi eterni.
Amen.
Lettura del Brano biblico di riferimento
ATTI 15,36-16,15
36 Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le
città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come
stanno». 37 Bàrnaba voleva prendere con loro anche Giovanni, detto Marco, 38 ma Paolo
riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro, in Panfìlia, e non
aveva voluto partecipare alla loro opera. 39 Il dissenso fu tale che si separarono l'uno
dall'altro. Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. 40 Paolo invece scelse
Sila e partì, affidato dai fratelli alla grazia del Signore.
41 E, attraversando la Siria e la Cilìcia, confermava le Chiese
1 Paolo si recò anche a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio
di una donna giudea credente e di padre greco: 2 era assai stimato dai fratelli di Listra e di
Icònio. 3 Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei
che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era
greco. 4 Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli
anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. 5 Le Chiese intanto andavano
fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
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Gruppi di discernimento
6 Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galazia, poiché lo Spirito Santo aveva
impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. 7 Giunti verso la Mìsia,
cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; 8 così, lasciata
da parte la Mìsia, scesero a Tròade. 9 Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un
Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». 10 Dopo che ebbe questa
visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse
chiamati ad annunciare loro il Vangelo.
11 Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo,
verso Neàpoli 12 e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della
Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni. 13 Il sabato uscimmo fuori della porta
lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto,
rivolgevamo la parola alle donne là riunite. 14 Ad ascoltare c'era anche una donna di nome
Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le
aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. 15 Dopo essere stata battezzata insieme alla
sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete
nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.
Riflessione guidata
Quando pensiamo all’evangelizzazione della prima comunità cristiana, quella raccontata negli Atti
degli Apostoli, abbiamo quasi la convinzione che sia stato un cammino di “successo in successo”.
Invece non è così. Anche l’evangelizzazione di Paolo e Barnaba ha avuto momenti di profonda
crisi. Per certi versi, accadde anche a loro ciò che capita oggi a noi: la realtà è cambiata, le persone
sono cambiate e non sembra che il Vangelo faccia breccia nei cuori. Nonostante l’entusiasmo degli
inizi, anche la prima Chiesa ha avuto a che fare con questi problemi. Per questo è interessante
vedere come hanno affrontato queste fasi difficili, per avere ispirazione su come affrontarle oggi.
Il brano di Atti 15,36-16,15 narra del secondo viaggio missionario di san Paolo.
L’ESPERIENZA DELLA CRISI
Gruppi di discernimento
Le cose cominciano male fin dall’inizio: un litigio molto forte tra Paolo e Barnaba, relativo
all’opportunità di portarsi dietro Giovanni detto Marco (probabilmente l’autore del Vangelo), li
spinge a separarsi: come al solito, i conflitti tra cristiani rischiano di rovinare tutto!
Il primo viaggio era stato molto fecondo (Atti 13 e 14): l’annuncio del Vangelo, portato da Paolo e
Barnaba ai Giudei e ai pagani di Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra, Derbe, trova una buona risposta,
pur in mezzo a grandi difficoltà (Paolo viene lapidato!), per cui nascono comunità cristiane fiorenti.
Siamo nella zona della Cappadocia e della Galazia (attuale Turchia dell’est, cfr. cartina). Lì la
cultura prevalente è quella greco-ellenistica, sono venerati gli dei dell’Olimpo (come in tutto il
Mediterraneo), ma nella religiosità popolare sono molto diffusi i cosiddetti culti misterici: sono
devozioni che riguardano la vita dopo la morte, la preghiera per i defunti; come anche la
venerazione degli dei che guariscono dalle malattie (santuario di Serapide, di Iside, ecc.).
Insomma, le persone sono più disponibili a credere nel contenuto fondamentale della fede
cristiana: che Gesù sia morto e risorto, che egli sia il Figlio di Dio fatto uomo, che Dio sia amico
degli uomini e si prenda cura ciascuno di loro, ecc. Tra la cultura del luogo e l’annuncio cristiano
c’è una certa “affinità”.
Ma le cose vanno diversamente nel secondo viaggio. Come vedete dalla cartina, Paolo con Sila e
Timoteo, si sposta nella Turchia orientale, nella provincia di Asia e di Mysia. Un lungo viaggio,
quasi 1.500 chilometri a piedi, girando di città in città... ma non ci viene raccontato nessun
successo nell’evangelizzazione! Non nascono comunità cristiane da nessuna parte. Perché questo
fallimento? Il versetto che descrive questo insuccesso è misterioso: “lo Spirito Santo aveva
impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia”. Così dopo: Paolo e i suoi compagni
vorrebbero andare al nord, in Bitinia, “ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro”. E’ strano. Fino a
quel momento, a partire dalla Pentecoste, lo Spirito Santo ha guidato la comunità cristiana con
successo. Ora la guida nel fallimento!
Possiamo intuire perché questo fallimento. La zona dove Paolo si avventura è unicamente di
cultura greco-ellenistica, e non sono diffusi i culti misterici. I pagani non sono disponibili a credere
nella risurrezione di un morto. Basta leggere il discorso che san Paolo fa nel cuore della cultura
greca, ad Atene (Atti 17,22-34): egli prepara un bel discorso, pieno di citazioni di filosofi e poeti
greci, ispirato alla statua “Al dio ignoto” presente nell’Areopago, ma quando arriva a parlare della
risurrezione di Gesù, la gente che lo ha ascoltato fino a quel momento, lo deride e se ne va. Non è
così facile evangelizzare in Grecia!
Non è nemmeno così facile evangelizzare oggi. Tanta gente, pur avendo sentito l’annuncio di Gesù,
non sembra aprirsi con convinzione alla fede. La cultura oggi diffusa sembra non dare molto
credito alla fede nella presenza di Dio e della sua azione nel mondo. Che fare? Come si è
comportato Paolo?
UN SOGNO PER CAMMINARE
Un sogno apre un orizzonte diverso, il sogno di un Macedone, che supplica: “vieni ad aiutarci!”
Inutile dire che dare retta a questo sogno sia sembrato a Paolo all’inizio inimmaginabile e assurdo:
non si inseguono i sogni, soprattutto quando invitano ad andare “in bocca al leone”, cioè nel luogo
in cui nasce la cultura greco-ellenistica! Eppure per Paolo e i suoi compagni è chiaro: lo Spirito
Santo guida anche nel fallimento. Egli inspira il cammino da fare, egli inspirerà il modo in cui
evangelizzare in Macedonia e in Grecia. Quindi si parte, si va, seguendo il sogno inspirato dallo
Spirito!
Dall’altra parte del mare, Paolo arriva a Filippi. Era la colonia romana più grande del Mediterraneo,
lì vivono pagani di cultura latina, cittadini romani; persino gli ebrei sono pochi: non c’è la sinagoga
e le poche presenze ebree sono donne che si riuniscono lungo il fiume. E lì una imprenditrice
locale, Lidia, si converte. E’ una situazione inaspettata per Paolo, ma che rivela cosa Dio avesse in
mente: l’evangelizzazione in Europa comincia da una donna ebrea e da pagani latini.
IMPARARE A RI - PENSARE , FIDARSI PER RI - PARTIRE
Cosa comprendiamo grazie a questo brano?
Gruppi di discernimento
Notiamo prima di tutto una cosa: in nessun passaggio degli Atti si dice che la gente di cultura greca
è “cattiva” e che gli evangelizzatori non sono bravi, per cui il fallimento è “colpa loro”. Si dice che
la realtà è oggettivamente diversa da quella della Cappadocia e della Galazia, per cui bisogna
ripensare modi e linguaggi dell’evangelizzazione. I nuovi canali possono essere un po’
sorprendenti, ma è appunto questa la “sorpresa” che Dio ha preparato.
Inoltre non viene mai meno la fiducia che chi guida il processo è lo Spirito. Nel successo come nel
fallimento: solo che in questo secondo caso, è più difficile da credere, specie sul momento. E’ la
misteriosa fecondità dei momenti di crisi e di fallimento: spesso possono attivare processi molto
positivi, che fanno fare veri e propri passi in avanti alla Chiesa. Dietro certi “no” (no in Bitinia, no in
Asia) ci può essere il Signore che apre ad un “si” ancora più grande.
Inoltre la Chiesa è così libera e fiduciosa da dare ascolto ai sogni, distinguendo tra sogni chimerici e
illusori e sogni suscitati da Dio, soprattutto quando contengono il grido di qualcuno. Per leggere i
fallimenti come opera dello Spirito occorre smettere di volersi autodifendere, difendere la propria
identità, smettere di giustificarsi accusando gli altri... basta mettere al centro il Vangelo e gli altri,
come nel sogno di Paolo, e non mettere al centro se stessi. Allora la crisi non è la mia o la nostra
sconfitta, ma il segno che Dio ha in serbo per noi delle soprese, vuole prendere Lui in mano la
situazione e spingerci alla conversione, al cambiamento. Vuole renderci più liberi, più docili alla
sua volontà, e meno preoccupati del nostro successo. Questo è l’unico modo in cui Egli riforma la
sua Chiesa, rendendola sempre più giovane e più bella.
Preghiera conclusiva:
Senza lo Spirito Santo
Dio è lontano,
Cristo rimane nel passato,
il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa è una semplice organizzazione,
l'autorità è una dominazione,
la missione una propaganda,
il culto una evocazione,
e l'agire dell'essere umano una morale da
schiavi.
Ma nello Spirito Santo
il cosmo è sollevato
e geme nella gestazione del Regno,
Cristo risorto è presente,
il Vangelo è potenza di vita,
la Chiesa significa comunione trinitaria,
l'autorità è un servizio liberatore,
la missione è una Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione,
l'agire umano è divinizzato (Patriarca
Atenagora)
el Cammino Sinodale
Parroco Don Andrea